Rompere il circolo vizioso del debito privato illegittimo

di Eric Toussaint- PARTE 1

Attraverso tutta la storia umana il debito privato è stato utilizzato dalle classi dominanti per soggiogare, spogliare, espropriare e impoverire le classi lavoratrici (all’interno delle quali le donne sono sempre state le vittime colpite più duramente): piccoli contadini, artigiani, pescatori e via via procedendo , fino a giungere ai lavoratori salariati di oggi e ai membri delle loro famiglie (studenti, che si indebitano per completare la propria educazione) |1|. Il processo è semplice: il creditore esige che il debitore dia in pegno i suoi possedimenti come collaterali. Ciò può essere, per esempio, la terra tenuta e coltivata dal contadino, o nel caso di un artigiano/a, gli strumenti del suo mestiere. Il debito deve essere ripagato, in denaro o in natura.

Poiché i tassi di interesse sono alti, per ripagare il debito il debitore è costretto a trasferire al creditore una parte consistente dei frutti del suo lavoro, e in questo modo si impoverisce. Se il creditore viene meno ai pagamenti, viene espropriato dei beni impegnati come collaterali. In alcune società, ciò può significare la perdita della libertà per il debitore e/o i membri della sua famiglia. Ciò si definisce schiavitù debitoria.

Secondo le leggi degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, l’incapacità di ripagare debiti era punibile con mutilazioni fisiche fino ai primi anni del 19esimo secolo.

E ancora oggi, in Europa e altrove, il mancato pagamento dei debiti è sanzionabile con la prigione.

Il debito privato attraverso i secoli

Da tempo immemorabile, il debito privato ha svolto un ruolo centrale nelle relazioni sociali. La lotta tra ricchi e poveri, tra sfruttatori e sfruttati, ha preso molto spesso la forma di un conflitto tra creditori e debitori. Con regolarità degna di nota, le insurrezioni popolari sono cominciate nello stesso modo: con la distruzione rituale dei documenti comprovanti il debito (tavolette, papiri, pergamene, libri contabili, registrazioni fiscali ecc.).

La nuova crisi internazionale iniziata nel 2007 ha messo a nudo il comportamento fraudolento delle banche. In seguito all’enorme numero di sfratti di persone dalle loro case in USA, Spagna e altrove, i debiti vengono ora sempre più messi in discussione in paesi dove l’obbligo di ripagarli non era stato fin qui nemmeno sfiorato.

Ada Colau, eletta Sindaco di Barcellona nel 2015, fin dal 2012 si è costruita un diffuso sostegno popolare partecipando attivamente alla Piattaforma delle Vittime dei Mutui, contro le banche che sfrattano le famiglie impossibilitate a continuare i pagamenti. Solo pochi anni fa sarebbe stata inimmaginabile l’elezione ad alte cariche pubbliche per chiunque avesse organizzato occupazioni illegali di banche.

In tutto il mondo i movimenti sociali sfidano oggi l’obbligo di ripagare i debiti illegittimi, siano essi mutui o debiti per studio, sia nei confronti di grandi banche private sia verso agenzie di microcredito.

Qui di seguito trovate una trattazione a grandi linee di alcune epoche storiche del “sistema del debito privato” nel Vicino Oriente, in Europa e in parti del mondo conquistate dalle potenze europee. Occorrerà aggiungere in seguito quello che è successo in Asia, Africa e nelle Americhe precoloniali; ma il quadro che emerge qui è già di per sé molto eloquente.

La cancellazione generale dei debiti si svolgeva periodicamente nell’arco di mille anni in Mesopotamia

Il codice Hammurabi che si trova al Louvre di Parigi

Quando i raccolti erano scarsi, i contadini che non potevano ripagare i debiti contratti con lo stato (tasse o tributi non pagati di ogni genere) o con funzionari e dignitari di alto grado del regime venivano regolarmente espropriati della loro terra e costretti al ruolo di proprietà del padrone. Anche i membri delle loro famiglie erano ridotti in schiavitù.

Per contenere il malcontento, il potere in carica cancellava periodicamente i debiti privati |2| e restituiva ai contadini i loro diritti. La cancellazione era occasione di festeggiamenti, durante i quali venivano distrutte le tavolette di argilla con l’iscrizione del debito.

Ci sono state circa trenta cancellazioni generali dei debiti in Mesopotamia tra il 2400 e

il 1400 A.C. |3| Uno di questi decreti di amnistia debitoria stabiliva che creditori ufficiali ed esattori della tasse dovessero compensare i contadini che avevano sfrattato. Se un creditore si era impadronito di un bene con la forza doveva restituirlo e/o rimborsarlo totalmente, pena la condanna a morte.

Dopo il 1400 A.C. non si ha notizia di ulteriori cancellazioni del debito. In Egitto a partire dall’ottavo secolo A.C. furono emanati proclami di cancellazione dei debiti e di liberazione degli schiavi per debito. La motivazione principale del Faraone era la necessità di avere a disposizione un numero sufficiente di contadini per produrre cibo e partecipare alle campagne militari. Per queste due ragioni ai creditori non era concesso di espropriare i contadini della loro terra.

La pietra di Rosetta conferma la tradizione degli annullamenti di debito

In un’altra parte della regione gli imperatori assiri del primo millennio A.C. adottarono la tradizione della cancellazione del debito. Lo stesso si verificava a Gerusalemme nel quinto secolo A.C. Prova ne è il fatto che nel 432 A.C. Nehemiah, certamente sotto l’influenza dell’antica tradizione mesopotamica, proclamò l’annullamento dei debiti dagli Ebrei con i loro ricchi compatrioti. Fu in quel periodo che la Torah venne completata. La tradizione di una cancellazione generalizzata dei debiti costituisce parte della religione ebraica e dei primi testi della cristianità: il Deuteronomio proclama l’obbligo di cancellare i debiti ogni sette anni, e il Levitico richiede la stessa azione ad ogni Giubileo, o ogni 50 anni.

Per secoli molti commentatori dei testi antichi, a partire dalle autorità religiose, che difendono gli interessi delle classi dominanti, hanno affermato che questi provvedimenti avevano solo un valore morale, o erano semplicemente idealismo. Tuttavia la ricerca storica nel corso degli ultimi due secoli ha dimostrato che questi provvedimenti corrispondevano a realtà fattuali.

Una volta che le classi privilegiate furono riuscite ad imporre i loro interessi, non si ebbero più cancellazioni dei debiti, ma la tradizione rimase nei testi fondanti del Giudaismo e della Cristianità. Le lotte per ottenere l’annullamento dei debiti si rinnovarono regolarmente lungo tutto l’arco della storia del Vicino Oriente e del Mediterraneo, fino alla metà del primo millennio D.C.

Nel Padre Nostro, la più famosa preghiera dettata da Gesù, la versione greca del Vangelo di Matteo (Cap. 6, versetto 12) riporta:” Perdona a noi i nostri debiti come noi perdoniamo ai nostri debitori”. In realtà, in tedesco e in olandese la parola Schuld indica sia “peccato” sia “debito”. Alleluia, un ‘espressione di gioia usata nella religione ebraica e cristiana, viene dalla lingua parlata in Babilonia durante il secondo millennio A.C. e si riferiva alla liberazione degli schiavi per debito.|7|

La mappa mostra Stati, città, paesi e altri luoghi citati nel Nuovo Testamento (in Grecia, Italia, Mesopotamia e in Terra Santa) – Edward Wells, 1700

Solone

Grecia. In Grecia, a cominciare dal sesto scolo A.C., ci furono grandi lotte contro la schiavitù debitoria e per la cancellazione del debito privato. Aristotele scrive nella Costituzione Ateniese: “… le classi più povere, uomini, donne e bambini, erano i servi dei ricchi.” Le lotte sociali e politiche crebbero e portarono a provvedimenti giuridici – le riforme di Solone ad Atene, per esempio – che proibivano la schiavitù per debito. A Megara, una città vicino Atene, una fazione radicale giunse al potere. I prestiti per interesse furono proibiti, e la legge fu resa retroattiva; i creditori furono costretti a rimborsare gli interessi che erano già stati pagati. |8|

Nello stesso periodo le città-stato greche diedero inizio ad una politica di espansione, con la fondazione di colonie dalla Crimea a Marsiglia, a volte usando i figli dei poveri indebitati. La schiavitù crebbe fortemente, e in una forma più brutale e aggressiva di quanto si fosse conosciuto in precedenza nelle società della Mezzaluna Fertile.

Roma. Molte violente lotte politiche e sociali furono provocate da crisi del debito privato. Secondo la legge romana primitiva, un creditore poteva mettere a morte i debitori insolventi. Gli ultimi anni del quarto secolo A.C. furono caratterizzati da una forte reazione sociale all’indebitamento.

Mentre la schiavitù per debito fu abolita per i cittadini romani, il divieto di usura non fu applicato per lungo tempo. Gravi crisi di indebitamento privato si verificarono nei secoli seguenti, sia nella penisola italiana sia nel resto dell’Impero Romano. Lo storico Tacito scrisse di una crisi da indebitamento che scoppiò nel 33 D.C., sotto il regno di Tiberio: “ La maledizione dell’usura, va riconosciuto, è ricorrente a Roma, una fonte costante di sedizione e discordia; e di conseguenza ci sono sempre stati tentativi di reprimerla, anche in una società più antica e meno corrotta:” |9|

Epoca Feudale. All’inizio del Feudalesimo, molti produttori liberi furono resi servi, perché i contadini non erano in grado di ripagare i loro debiti. Ciò avvenne per esempio durante il regno di Carlo Magno, alla fine dell’ottavo e all’inizio del nono secolo. |10|

Le religioni ebraica, islamica e cristiana e l’usura

La religione musulmana ha proibito i prestiti con interessi sin dalle sue origini. L’ebraismo li ha proibiti all’interno della comunità israelitica, ma dietro le pressioni dei ricchi ha modificato la sua posizione durante il primo secolo dopo Cristo ed ha autorizzato i prestiti con interesse. |11| La religione cristiana ha seguito questa direzione nel quindicesimo secolo, e le autorità protestanti e cattoliche hanno finito addirittura con l’incoraggiare i prestiti con interesse.

In Europa il problema del debito privato si aggravò nel tardo Medioevo

A causa della monetarizzazione delle relazioni che iniziò nel tredicesimo e quattordicesimo secolo i problemi del debito privato si aggravarono. Questo significava che il lavoro forzato e le tasse che erano stati pagate in natura passarono gradualmente ad essere richiesti in denaro.

Di conseguenza, contadini, artigiani ecc. furono costretti ad indebitarsi per pagare le tasse. Man mano, e in misura sempre crescente, contadini, artigiani e operai impossibilitati a ripagare i loro debiti videro requisite le loro proprietà , essi stessi furono espropriati e/o imprigionati, e molti furono mutilati. |12|

Nel 1339 a Siena, in Italia, l’indebitamento aveva raggiunto un tale livello che il governo municipale annunciò al consiglio che occorreva abolire l’arresto per debiti, altrimenti quasi tutti i cittadini avrebbero dovuto essere incarcerati. Sedici anni dopo, nel 1355, il popolo di Siena si ribellò, dando fuoco alla stanza dei registri nel palazzo municipale, dove si conservavano i libri contabili. I cittadini volevano cancellare tutte le tracce dei debiti di cui si richiedeva loro il pagamento, e che consideravano odiosi. |13|Un altro segno dell’importanza del rifiuto di sfruttamento attraverso il debito: all’inizio del quattordicesimo secolo, quando le classi lavoratrici presero per breve tempo il potere a Firenze, guidati dai Ciompi – operai a giornata nell’industria tessile- le loro richieste comprendevano l’abolizione del taglio della mano come punizione per il mancato pagamento dei debiti, e una moratoria sui debiti non pagati. |14| Chiedevano anche di essere rappresentati nel governo e tasse più elevate per i ricchi.

Eventi simili si svolsero nello stesso periodo anche nelle Fiandre, in Vallonia, in Francia, in Inghilterra e altrove.

Il rifiuto del debito costituì il nucleo fondante delle insurrezioni contadine di massa nel mondo germanico dei secoli quindicesimo e sedicesimo

Thomas Münzer

Tra i l1470 e il 1525 una moltitudine di insurrezioni contadine, dall’Alsazia all’Austria, comprendendo anche la maggioranza delle regioni della Germania, Boemia, Slovenia, Ungheria e Croazia, furono causate in gran parte dall’indebitamento dei contadini e dei cittadini appartenenti alle classi povere. Centinaia di migliaia di contadini presero le armi e distrussero centinaia di case padronali e dozzine di monasteri e conventi.

La repressione causò la morte di più di centomila contadini. |15| Durante una delle rivolte, nel 1493, una delle richieste dei contadini riguardava un anno giubilare durante il quale si cancellassero tutti i debiti |16| Thomas Munzer, uno dei capi delle rivolte contadine, decapitato nel 1525 all’età di 28 anni, chiese l’applicazione integrale dei Vangeli, e in particolare l’esortazione a rimettere i debiti. In questo egli era in contrasto con Martin Lutero, che dapprima – nel periodo 1519-1520 – denunciò l’usura e la vendita delle indulgenze da parte della Chiesa Cattolica, ma già nel 1524 difendeva il prestito con interessi ed esigeva che i contadini e tutte le persone indebitate ripagassero il loro debiti. Nei confronti delle rivolte contadine Lutero chiese “un severo e rigido governo temporale che costringerà con la forza i malvagi a restituire ciò che hanno preso in prestito…” |17|” Non sia consentito a nessuno di pensare che il mondo può essere governato senza sangue; perché il mondo deve essere cattivo e lo sarà, e la spada è la verga di Dio e la sua vendetta su di esso.” |18|

Nel conflitto tra i contadini e gli altri componenti delle classi popolari (in particolare gli abitanti senza diritti delle città e gli strati sociali più derelitti- vagabondi, mendicanti ecc.) da un lato e le classi dominanti locali dall’altro, Lutero aveva scelto la sua posizione, proclamando che le leggi del Vecchio Testamento, compreso l’Anno Giubilare, non erano più applicabili. Secondo Lutero, il Vangelo descrive semplicemente un comportamento ideale. Nella vita reale, secondo lui, i debiti andavano sempre ripagati.

Un testo anonimo che circolava in Germania a partire dal 1521 conteneva questo dialogo tra un contadino e un borghese ricco di città , che spiega bene come l’indebitamento venga usato per espropriare i lavoratori dei loro attrezzi o della loro terra:

Contadino: Cosa mi porta da te? Beh, vorrei vedere come passi il tuo tempo.

Cittadino: E come dovrei passarlo? Me ne sto qui seduto, a contare i miei soldi, non vedi?

Contadino: Dimmi, cittadino, chi ti ha dato così tanto denaro che passi tutto il tuo tempo a contarlo?

Cittadino: Vuoi sapere chi mi ha dato i miei soldi? Te lo dirò. Un contadino vien a bussare alla mia porta e mi chiede di prestargli dieci o venti fiorini. Gli chiedo se possiede un bel pascolo o un bel campo da arare. Mi risponde: “Sì, cittadino, io ho un buon pascolo e un bel campo, che valgono cento fiorini tra tutti e due .” Io replico:” Eccellente! Impegna il tuo pascolo e il tuo campo come collaterali, e se sottoscrivi che pagherai un fiorino l’anno di interessi potrai avere il tuo prestito di venti fiorini”. Felice della buona notizia, il contadino afferma: Sono ben felice di impegnarmi.” Ma devo dirti- riprendo io– che se mai non dovessi riuscire a pagare in tempo i tuoi interessi, io mi prenderò la tua terra e la terrò come mia proprietà.” E questo non preoccupa il contadino; va avanti e mi assegna il suo pascolo e la sua terra in pegno. Io gli concedo il prestito e lui paga regolarmente gli interessi per un anno o due; poi arriva un cattivo raccolto e ben presto si trova in arretrato con i pagamenti. Io confisco la sua terra, lo scaccio, e il suo pascolo e il suo campo diventano miei. E questo non lo faccio solo con i contadini, ma anche con gli artigiani. |19|

Ciò che abbiamo qui, riassunto in parole molto semplici, è il processo di espropriazione cui i contadini e gli artigiani in Germania e altrove tentarono di opporsi.

La conquista delle Americhe e l’imposizione del “peonismo “ da debito

Al tempo della conquista delle Americhe , l’imposizione della dominazione europea procedette di pari passo con la riduzione in schiavitù dei popoli nativi attraverso il debito. La forma usata fu il “peonismo”.

L’Oxford English Dictionary definisce il peonismo come segue : “ In Messico, la condizione di uno schiavo peone, ridotto in schiavitù da debito, […] implica che il debitore sia tenuto in schiavitù dal suo creditore fino a che i suoi debiti non siano stati ripagati attraverso il alvoro.”

Il peonismo è il sistema attraverso il quale i peoni sono legati alla schiavitù sulla terra con vari mezzi, compreso il debito ereditario. Il peonismo non fu abolito in Messico fino alla prima decade del ventesimo secolo, durante la rivoluzione.

Lavoratori peoni nella regione del Rascon, Mexico (senza data)

Fine della parte 1

Ringraziamenti : L’autore desidera ringraziare per la revisione del testo e per i suggerimenti Snake Arbusto, Sushovan Dhar, Pierre Gottiniaux, Damien Millet, Christine Pagnoulle, Isabelle Ponet e Claude Quémar.

L’autore è l’unico responsabile di eventuali errori od omissioni presenti nel testo.

Traduzione Marcella Stumpo

Articolo apparso per la prima volta su : http://www.cadtm.org/Briser-le-cercle-vicieux-des

Note

|1| L’autore precisa che non intende mettere sotto accusa il debito privato in tutte le circostanze. Il presente articolo si concentra sul debito privato usato come mezzo di esproprio e appropriazione di beni.

|2| Durante quel periodo lo Stato stesso non prendeva denaro in prestito. Ciò si verificava anche nell’antico Egitto e in Grecia. Roma ricorreva a prestiti solo in casi davvero eccezionali. In Europa gli Stati cominciarono a ricorrere sistematicamente ai prestiti solo a partire dal 13esimo e 14esimo secolo. Da allora non hanno più smesso.

|3| Michael Hudson, The lost tradition of Biblical debt cancellations, 1993, pag.87;”The Archaeology of Money”, 2004. Vedi anche : David Graeber, Debt: The first 5,000 years, Melvilel House, New York ,2011, pag. 542; disponibile suhttps://libcom.org/files/ Debt Th… Vedi anche Eric Toussant: “The long Tradition of Debt cancellation in Mesopotamia and Egypt from 3000 to 1000 B.C.,http://www.cadtm.org/The-long-tradi

|4| La Torah (legge religiosa ebraica) è i compendio di testi che forma i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.

|5| Vedi Isabelle Ponet, “ Debt Cancellation in the Land of Canaan i nthe first millennium B.C.”, http://www.cadtm.org/ Debt-cancellat… Nel Levitico troviamo non solo la richiesta di condono dei debiti, ma anche quella della liberazione degli schiavi per debito e delle loro famiglie al completo, e della restituzione dei loro campi e della casa. Ma questo si applicava solo alla comunità israelita e non ad altri popoli.

|6| Michael Hudson, The lost Tradition of Biblical Debt Cancellations, 1993, pag. 87“The Archaeology of Money”, 2004

|7| Michael Hudson, The Lost Tradition of Biblical debt Cancellations, pag. 27

|8| vedi david Graeber, op.cit.

|9| Tacito, Annali, 6.16.1, citat oda Andreau, “Personal indebtedness and debt forgiveness in the Roman Empire”, http://www.cadtm.org/Personal-indeb

|10| Vedi Karl Marx, Il Capitale, libro 3, cap.19, Osservazioni sull’usura pre-capitalista. Vedi anche Ernest Mandel, La teoria economica marxista,vol. 1 , cap. 4, il brano intitolato Capitale da usura.

|11| Rabbi Hillel aveva decretato che gli Ebrei dovevano aggiungere ai contratti che sottoscrivevano una clausola di rinuncia all’applicazione della Torah e del Talmud, che stabilivano la periodica cancellazione dei debiti. La religione ebraica permetteva anche prestiti con interesse se rivolti a non-Ebrei.

|12| Nel suo libro Caliban and the Witch Silvia Federici dimostra come questo movimento ebbe un effetto anche più grave sulle donne del proletariato. Vedi Silvia Federici, Caliban and the witch: Women, the Body and Primitive Accumulation, Autonomedia, Brooklyn, N.Y., 2004. Pag. 288

|13| Patrick Boucheron, Conjurer la peur, Seuil, Paris, 2013, pagg. 213-215 (in francese).

|14| Vedi Silvia Federici, op. cit., pag.45. Vedi anche Patrick Boucheron, pag. 189

|15| Vedi Friedrich Engels, (1850), The Peasant War in Germany,http://www.marxist.org/archive/ma… Vedi anche David Graeber, op. cit., pagg. 390-395.

|16| Friedrich Engels, The Peasant War in Germany, Cap. 3

|17| Martin Lutero, “Del Commercio e dell’Usura”,http://www.lutherdansk.dk/martin%20

||18| Martin Lutero (1524), op. cit.

|19| Citato da Silvia Federici, Caliban and the Witch, p. 125, inoltre G. Strauss (ed.), Manifestations of Discontent on the Eve of the Reformation, Bloomington, Indiana University Press, 1971, pp. 110-111)

|20| Papa Nicola V, nel gennaio 1455, aveva autorizzato la schiavitù perpetua dei popoli considerati “nemici di Cristo”. Tra le altre conseguenze, ciò permise la riduzione in schiavitù dei popoli africani durante quel periodo (in special modo nelle piantagioni create dai Portoghesi a Madera), ed autorizzò quindi i conquistatori europei a fare lo stesso nel Nuovo Mondo. Ecco un estratto della Bolla Romanus Pontifex: “ Noi (di conseguenza) considerando tutte e ciascuna premessa con la dovuta ponderazione, e facendo notare che da quando abbiamo garantita con altre nostre lettere al predetto Re Alfonso tra le diverse prerogative la facoltà ampia e incondizionata – di invadere, dare la caccia, catturare, sconfiggere e sottomettere tutti i Saraceni e pagani di ogni tipo, e altri nemici di Cristo ovunque essi si trovino, e qualsiasi regno, ducato, principato, dominio, possedimenti e beni mobili e immobili di qualsiasi tipo di loro proprietà, e di ridurre le loro persone in perpetua schiavitù, e di requisire per se stesso e per i propri discendenti gli stessi regni, ducati, contee, principati, domini, possedimenti e beni, e di convertirli a suo uso e profitto…” (enfasi aggiunta dall’autore).

Inoltre, come illustra David Graeber, i conquistatori, compreso Hernàn Cortés, si erano pesantemente indebitati per finanziare le loro spedizioni. Ciò portò ad uno sfruttamento e ad una spoliazione dei popoli conquistati ancora più brutali, perché dovevano ripagare i loro stessi debiti. Vedi David Graber, op. cit., pag. 315 e seguenti.