Quando lo Stato invoca lo stato di necessità per sospendere il pagamento del debito, il suo carattere legittimo o meno non ha alcuna importanza
di Eric Toussaint
L’estensione geografica dell’epidemia di coronavirus ha provocato una crisi sanitaria mondiale. Occorre con grande urgenza liberare dei mezzi finanziari molto consistenti, ricorrendo al contempo il meno possibile a dei nuovi debiti. Esiste un modo semplice di liberare risorse finanziarie: consiste nel sospendere il rimborso del debito pubblico e utilizzare le somme liberate a favore della sanità pubblica.
Gli Stati possono decretare in modo unilaterale la sospensione del rimborso del debito facendo leva sul diritto internazionale e sui seguenti argomenti: lo stato di necessità, il fondamentale cambiamento di circostanze e la forza maggiore.
Le sofferenze ed il numero dei decessi sono molto chiaramente aggravati dal sotto-finanziamento della sanità pubblica sia negli Stati del sud che negli Stati del nord. I governi e le grandi istituzioni multilaterali, come la Banca mondiale, il FMI, hanno strumentalizzato il rimborso del debito pubblico per generalizzare delle politiche che hanno deteriorato i sistemi della salute: riduzione dei posti di lavoro e dei letti di ospedale, sotto-investimenti nelle infrastrutture e nelle attrezzature, privatizzazione dei differenti settori della sanità, riduzione delle spese nella ricerca terapeutica, ciò che ha giovato i grandi gruppi privati.
I bisogni più urgenti
La richiesta di sospensione del pagamento del debito o del suo annullamento è ritornata sulla scena in occasione della crisi sanitaria mondiale. La Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Cnuced) sostiene che i paesi indebitati, in modo unilaterale devono poter congelare temporaneamente il rimborso del loro debito.
E’ una posizione che è stata avanzata da lungo tempo dal Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi (CADTM) in termini non ambigui.
Quali sono gli argomenti giuridici che possono sostenere una decisione unilaterale di sospensione del pagamento nel caso presente?
Lo stato di necessità: uno Stato può rinunciare a proseguire nel rimborso del debito perchè la sistuazione oggettiva minaccia gravemente la popolazione e poiché la prosecuzione del pagamento del debito gli impedisce di rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione.
E’ esattamente lo scenario affrontato da un gran numero di Stati del pianeta: la vita degli abitanti dei loro paesi è direttamente minacciata se non riescono a finanziare tutta una serie di spese urgenti per salvare il massimo delle vite umane. “Lo stato di necessità” è una nozione del diritto utlizzata dai tribunali internazionali e definita all’articolo 25 del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato dalla Commissione del diritto internazionale (CDI) dell’ONU.
Il cambiamento fondamentale delle circostanze: l’esecuzione di un contratto di debito può essere sospesa se le circostanze cambiano indipendentemente dalla volontà del debitore. La giurisprudenza in materia riconosce che un cambiamento fondamentale delle circostanze può impedire l’esecuzione di un contratto internazionale.
Nel caso della crisi attuale, nel corso dei due ultimi mesi, le circostanze sono fondamentalmente cambiate: una epidemia molto grave è in piena espansione; i prezzi delle materie prime, tra cui quello del petrolio, crollano, e tutta una serie di Stati debitori dipendono dai guadagni che traggono dall’esportazione delle materie prime per trovare i dollari necessari al rimborso dei loro debiti esteri;
l’attività economica cade brutalmente; i paesi del sud sono vittime della decisione delle grandi imprese e dei fondi di investimenti del nord di ritirare i loro capitali dai paesi per rimpatriarli verso le loro case-madri.
La forza maggiore: le circostanze sopra indicate sono degli esempi di casi di forza maggiore. Uno stato può invocare la forza maggiore che gli impedisce di adempiere un contratto.
Quando uno Stato invoca lo stato di necessità, il cambiamento fondamentale di circostanze o la forza maggiore per sospendere il pagamento del debito, il carattere legittimo o meno di questo debito non ha alcuna importanza. Quand’anche il debito reclamato al paese fosse legittimo, ciò non impedirebbe per nulla a questo paese di sospenderne il pagamento.
Reindirizzare le spese
Ciò che è fondamentale è che la popolazione si assicuri che il danaro effettivamente liberato dal non pagamento del debito sia utilizzato a favore della lotta contro il coronavirus e contro la crisi economica. Durante la sospensione del pagamento, è essenziale che sia organizzato, con la partecipazione attiva della cittadinanza, un audit sul debito, al fine di identificare le parti illegittime, odiose ed illegali, che devono essere definitivamente annullate.
Reindirizzare le spese destinate al pagamento del debito e di altre spese (militari, per grandi opere), dando la priorità alla salute pubblica può condurre ad un inizio di cambiamento fondamentale e salutare. Un aumento radicale delle spese per la salute pubblica avrà degli effetti benefici maggiori per combattere altre malattie che affliggono soprattutto i paesi del sud.
Si stimano in 400.000 i decessi dovuti ogni anno alla malaria. La tubercolosi è una delle prime dieci cause di morte nel mondo. Nel 2018 1,5 milioni di persone ne sono morte. I decessi dovuti a malattie diarroiche raggiungono oltre i 430.000 all’anno. Circa 2,5 milioni di bambini muoiono ogni anno, nel mondo, per sotto-alimentazione. Queste malattie e la sotto-alimentazione potrebbero essere combattute con successo se i governi vi attribuissero delle risorse sufficienti anziché restituire il debito.
Come elemento di comparazione, alla data del 7 aprile 2020, si contano a livello mondiale 75.000 decessi causati dal Covid-19 dal dicembre 2019. E’ oltremodo tempo di agire, utilizzando come prioritaria la leva così potente della sospensione del pagamento o dell’annullamento del debito.