Nasce il Nodo di Bologna del Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale
Il Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale è una coalizione sociale – nata all’inizio di quest’anno – che si pone come obbiettivi:
1) Uscire dalla trappola del debito
La creazione del debito pubblico è stata e continua ad essere a vantaggio di pochi e non della maggioranza delle persone. La mancata tassazione delle rendite finanziarie, la mancata riforma fiscale per una tassazione in senso autenticamente progressivo di tutti i redditi e l’utilizzo corrotto della spesa pubblica per il controllo sociale hanno beneficiato una classe ristretta di persone e il divario tra ricchi e poveri nel nostro paese è divenuto più profondo.
E’ necessaria – tanto a livello nazionale quanto a livello di enti locali – un audit pubblico e partecipativo che valuti quali debiti sono illegittimi e quindi da non riconoscere, e quali vadano invece ripagati, ristrutturando la composizione del debito, a partire dall’ immediato congelamento del pagamento degli interessi e da una rinegoziazione equa, democratica e trasparente con i creditori.
2) Riappropriarsi di una banca pubblica per gli investimenti
La Cassa Depositi e Prestiti, che raccoglie il risparmio postale dei cittadini e dei lavoratori e che, dopo la sua privatizzazione nel 2003, è divenuta un vero e proprio “fondo sovrano” sui mercati finanziari internazionali, deve essere risocializzata per tornare a finanziare – a tassi agevolati e fuori dal patto di stabilità- gli investimenti degli enti locali per i beni essenziali e il welfare territoriale; così come -a tassi agevolati e fuori dal circuito bancario – interventi pubblici e privati, con particolare attenzione alle nuove forme di produzione manifatturiera e agricola, che si muovono nella direzione della necessaria riconversione ecologica e sociale dell’economia.
Disaccoppiando Cassa Depositi e Prestiti dai mercati di capitale diventerebbe inoltre possibile rincanalare alcune risorse private nella Cassa, da gestire per finanziare interventi di interesse pubblico, così come, in caso di difficoltà del sistema bancario privato, intervenire per rinazionalizzare le banche salvate e gestirle fuori da logiche di mercato.
3) Attivare percorsi di democrazia
La privatizzazione/esternalizzazione dei servizi locali, del welfare, dei beni comuni di questi ultimi 20 anni pone anche un problema di svuotamento delle scelte democratiche da parte delle cittadine e dei cittadini. Le amministrazioni locali – con il consenso colpevole delle forze politiche presenti – sono svuotate dalla possibilità di decisione e controllo sulle scelte che riguardano tutte/i noi.
Queste decisioni sono sempre più nelle mani di Consigli di Amministrazione di Spa e banche che seguono la logica del profitto. E questo vale ancor di più per Cdp, in cui i risparmiatori non hanno voce in capitolo sull’utilizzo del loro denaro, sempre più usato a vantaggio della finanza speculativa. Non si tratta di tornare al tempo dei carrozzoni pubblici gestiti dalla solita cricca, ma di costruire nuovi strumenti di democrazia partecipata e dal basso da parte di chi subisce in modo più pesante una crisi che non ha provocato.
A Bologna questo significa:
attivarsi per la costruzione di Commissioni di audit indipendenti, trasparenti e pubbliche, di verifica sui bilanci – pesantemente in passivo – di ex-municipalizzate come Hera e Tper;
ricostruire e contrastare la mappa dei sempre più massicci interventi di Cassa Depositi e Prestiti nelle multiutility e nella dismissione del patrimonio pubblico (cioè di tutte/i);
aprire il confronto con tutte le realtà sociali che si oppongono alle politiche di austerity per costruire assieme percorsi e pratiche – sul terreno della difesa dei diritti e dei Beni Comuni – che si intreccino e potenzino le lotte.
Questi sono alcuni degli obiettivi per cui noi, attiviste/i di varie reti e singole/i, ci siamo ritrovate/i e abbiamo costituito il Nodo di Bologna del Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale!