La verità sul debito greco

di Matteo Bortolon da il Manifesto del 26 giugno 2015

La par­tita in Gre­cia sem­bra ancora aperta. Ancora non è chiaro come andranno a finire le nego­zia­zioni del governo Tsi­pras con le isti­tu­zioni Ue e il Fondo mone­ta­rio inter­na­zio­nale, se vi sarà una qual­che forma di com­pro­messo o uno strappo defi­ni­tivo. Fra gli stessi soste­ni­tori di Syriza, non c’è un con­senso su cosa ci si debba augurare.

Quel che è sicuro è che la mag­gior parte dei com­men­ta­tori, mostrando una certa equi­di­stanza, non mostra un mar­cato inte­resse nella rico­stru­zione del pre­ce­dente con­te­sto. Così è rima­sta abba­stanza nel buio una delle noti­zie più esplo­sive dal «fronte greco».

Ambrose Evans-Pritchard, gior­na­li­sta bri­tan­nico «con­ser­va­tore bur­kiano» (dal nome del libe­rale inglese che avver­sava la Rivo­lu­zione fran­cese) non è certo incline al radi­ca­li­smo di sini­stra, afferma che la crisi del debito greco è la «guerra all’Iraq della finanza».

Avrebbe senso una discus­sione igno­rando le fal­sità sulle armi di distru­zione di massa? O togliendo dal tavolo le mani­po­la­zioni della coa­li­zione degli invasori?

Il 17 giu­gno si è tenuta al Par­la­mento greco, al cospetto della pre­si­dente dell’Assemblea e del pre­mier Tsi­pras, la pre­sen­ta­zione del rap­porto pre­li­mi­nare della Com­mis­sione per la verità sul debito pub­blico greco costi­tuita ad aprile. Il belga Eric Tous­saint del Comi­tato per l’annullamento del debito del Terzo mondo (Cadtm) è stato scelto dalla pre­si­dente Zoe Kon­stan­to­pou­lou (che ha pro­mosso la Com­mis­sione) per il coor­di­na­mento scien­ti­fico. Chi segue da tempo le vicende di finanza legate a debiti inter­na­zio­nali sa che il Cadtm è il sog­getto più qua­li­fi­cato e pre­pa­rato per un com­pito del genere, attivo dagli anni Ottanta in que­sto campo: lo stesso Tous­saint è stato il coor­di­na­tore dell’analoga Com­mis­sione che ha lavo­rato sul debito dell’Ecuador, su impulso del governo Correa.

I con­te­nuti del Rap­porto pre­li­mi­nare, on line dal 18 giu­gno nel sito isti­tu­zio­nale del Par­la­mento greco, sono esplosivi.

Inve­sti­gando come si è for­mato il debito pub­blico greco dalle ori­gini e il modo in cui si è ingi­gan­tito sotto la tetra tutela della Troika, evi­den­zia come tali mec­ca­ni­smi abbiano fon­da­men­tal­mente sal­vato le grandi ban­che d’affari; le isti­tu­zioni fos­sero con­sa­pe­voli di creare un debito impa­ga­bile e inso­ste­ni­bile (ven­gono citati docu­menti riser­vati usciti alla luce); di come gli accordi del 2010 abbiano pro­dotto costi aggiun­tivi inne­ces­sari; di come si siano tra­sfe­riti i debiti delle ban­che su cre­di­tori isti­tu­zio­nali come il Fondo euro­peo di sta­bi­lità i cui soldi sono entrati diret­ta­mente nei for­zieri degli isti­tuti finan­ziari espo­sti, anzi­ché avvan­tag­giare il popolo greco; di come i piani di aggiu­sta­mento si siano tra­dotti in misure lesive dei diritti umani.

Il debito greco insomma è in larga parte ille­cito, ille­git­timo ed odioso, il che costi­tui­rebbe una salda base giu­ri­dica per il suo annullamento.

È stato vio­lato ogni genere di norma: diritto euro­peo, inter­na­zio­nale, Costi­tu­zione greca, il rego­la­mento interno del Fmi.

L’introduzione della Com­mis­sione ter­mina così: «Ren­dendo que­sto rap­porto pre­li­mi­nare dispo­ni­bile alle auto­rità e al popolo greci, si spera che costi­tuirà uno stru­mento utile per coloro che vogliono uscire dalla distrut­tiva logica dell’austerità e difen­dere ciò che oggi viene messo in peri­colo: diritti umani, demo­cra­zia, dignità dei popoli e il futuro delle pros­sime gene­ra­zioni. In rispo­sta a coloro che impon­gono misure ingiu­ste, il popolo greco dovrebbe rispon­dere con Tuci­dide riguardo la costi­tu­zione del popolo ate­niese: “di nome è deno­mi­nata una demo­cra­zia, per­ché l’amministrazione è gestita in vista degli inte­ressi dei molti, non dei pochi”».