Report incontro STOP TTIP Roma, 14 febbraio

Report Incontro STOP TTIP

Roma, 14 febbraio @ SCUP

Presenti: Andrea Baranes (Sbilanciamoci), Luca Basile (skype/SEL), Marco Bersani (Attac Italia), Iolanda Capezza (Stopbiocidio), Elisa Cennamo (Medici senza camice/Phm),Federica Daga (Crap/M5S), Ilaria De Bonis (giornalista), Piermario Demurtas (Medici senza camice/Phm), Renato Di Nicola (Abruzzo Social Forum), Monica Di Sisto (Fairwatch), Daniela Francese (giornalista), Lucio Gentili (Forum Acqua), Claudio Giambelli (CRAP), Laura Greco (A Sud), Vittorio Lovera (Attac Italia), Andrea Maggi (Ex Lavanderia), Vincenzo Miliucci (Confederazione Cobas), Corrado Oddi (Forum Acqua), Vittorio Pellegrineschi, Rosa Rinaldi (PRC), Patrizia Sentinelli (Skype/Altramente), Antonio Tricarico (Re:Common) Riccardo Troisi (Reorient), Enzo Vitalesta (Yaku), Alberto Zoratti (Skype/Fairwatch)

IL PROSSIMO INCONTRO E’ CONVOCATO PER IL 28 FEBBRAIO ALLE ORE 17, A ROMA @SCUP (via Nola 5) 

Informazioni di base: una prima parte della riunione è stata dedicata a condividere le informazioni di base sul TTIP. La Transatlantic Trade and Investment Partnership rappresenterà la più grande area di libero scambio del pianeta in termini di valore, rappresentando oltre il 50% del Prodotto interno lordo mondiale. L’Europa ha molto più da pardere degli USA dal negoziato, ma avendo visto le sue più recenti strategie commerciali fallire (a livello Wto, ma anche a livello bilaterale, ad esempio con l’India, con la Cina, ma anche negli EPA con i Paesi ACP dove non riesce ad andare avanti) accetta il rischio per sostenere la propria retorica di crescita.

Da questi link http://comune-info.net/2014/02/europausa-liberalizzazioni-corso-dalla-al-ttip/, http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Il-trattato-intrattabile-21923

è possibile raccogliere tutte le info essenziali, che puntano essenzialmente a identificare le seguenti aree di preoccupazione: segretezza del negoziato,   scarsa democrazia nella sua conduzione, potenziale liberalizzazione di numerosi settori strategici come agricoltura, ambiente, brevetti, energia, lavoro e contratti, servizi pubblici, investimenti, meccanismo di protezione degli investimenti privati, salute, internet.

Realtà al momento mobilitate a livello europeo: Il primo appello lanciato a livello globale per fermare iil TTIP a gennaio scorso ha visto l’adesione di oltre cento realtà a livello mondiale ed era focalizzato sul meccanismo di protezione degli investimenti http://corporateeurope.org/sites/default/files/attachments/ttip_investment_letter_final.pdf.

Hanno pubblicato appelli o si sono messi in moto per lavorare sul TTIP a Bruxelles sul versante associativo e sindacale ATTAC, Friends of the Earth, S2B (http://www.s2bnetwork.org/ e dunque CEO, TNI, 11.11.11 etc, le principali ong basate a Bxl), ETUC, EPSU. Altri gruppi sono in via di coinvolgimento.

La strategia italiana: La campagna è formalmente operativa dopo questo primo incontro.

ATTAC e FAIRWATCH si sono offerte per la facilitazione dell’allargamento e delle attività operative.

La campagna procederà a geometrie variabili, per consentire il massimo allargamento. Le associazioni presenti sono invitate ad approfondire tematicamente i diversi filoni del negoziato e a proporre successivamente al gruppo eventuali altre realtà da coinvolgere e i temi di cui intendono occuparsi.

Una piattaforma comune molto semplice (che trovate in fondo a questo messaggio) è stata abbozzata da Fairwatch ed è disponibile per integrazioni/proposte per essere circolata fuori dalla lista per adesioni successive il 25 febbraio prossimo. Il gruppo dei primi promotori dovrà essere completato a quella data.

Alcuni obiettivi individuati:

– attivare il Parlamento. Al momento solo 5stelle ha presentato delle interrogazioni parlamentari cui c’è stata una risposta da parte del Governo molto vaga. Bisogna incalzare e creare un intergruppo dedicato con i parlamentari interessati, oppure un sottogruppo specifico nell’ambito dei lavoro già avviato sui beni comuni.

attivare una relazione forte con gli Enti locali, recuperando il patrimonio della Stop Bolkenstein.

utilizzare la scadenza delle Elezioni europee per sollevare il tema, curando che l’azione sia impostata in modo da non ‘smontarsi’ dopo il 25 maggio, considerato che la Commissione UE sembra voler accelerare il più possibile e chiudere tutte le parti sensibili del testo legale prima della sua decadenza, ma il processo si estenderà molto probabilmente fino al 2015

La comunicazione: è operativo un google group della campagna stop-ttip@googlegroups.com, per discutere delle informazioni essenziali e socializzare contenuti e nel quale verranno aggiunti successivamente tutti quelli che ne faranno richiesta (comunicare le email a alberto.zoratti@gmail.com). Alberto sta anche approntando una pagina Facebook, ne invierà presto bozza in lista. Va attivato un gruppo stampa: prime adesioni da A Sud, Attac, Comune-Info. Girare sempre ad Alberto le adesioni, perché si convochi una prima skype specifica al più presto.

Prossimi appuntamenti: nel corso della riunione sono stati socializzati i principali appuntamenti europei di negoziato e di mobilitazione, in occasione del prossimo round negoziale che si terrà a Bruxelles dal 10 al 14 marzo. Le attività previste al momento in Belgio sono:

Lunedì 10 marzo: TTIP Lobby tour organizzato da Lobbycontrol e CEO (da confermare)

Martedì 11 Marzo: meeting strategico per le organizzazioni presenti a Bruxelles. Da valutare la partecipazione italiana (come/chi…) per comunicarla agli organizzatori

Mercoledì 12 Marzo: secondo giorno di meeting strategico. L’Alter Summit belga dovrebbe organizzare una protesta che potrebbe essere condotta, in alternativa, alla mattina del 13.

Giovedì 13 Marzo: Belgian D-19 network/ Alter Summit propongono un’azione di disobbedienza civile: ancora da confermare. Si prevede anche una conferenza stampa. FoEE sembra voler tenere nel pomeriggio una conferenza su TTIP e agricoltura/cibo. FoEE, TNI e altri propongono un dibattito su ISDS e ambiente.

Venerdì 14 Marzo: possibile protesta dove la Commissione svolgerà la conferenza stampa sui negoziati.

 

In Italia: Dobbiamo costruire un calendario di date di eventi nell’ambito dei quali parlare di TTIP e allargare la mobilitazione. Inviare date e presentazioni degli eventi in lista e a monica.disisto@gmail.com.

Altramente e Rosa Luxembourg stanno organizzando una due giorni sul TTIP il 13 e 13 aprile prossimi, e potrebbe essere la prima giornata di lancio dell’iniziativa italiana (capofila Roberto Musacchio).

1-2 marzo, c’è l’Assemblea dei movimenti dell’acqua, dove si aprirà una prima finestra sul negoziato.

Fairwatch ha proposto a Sbilanciamoci di assumere il TTIP come campagna strategica per l’anno in corso: in attesa di riscontro.

 

Strumenti da costruire: Oltre alla piattaforma essenziale da condividere, e alla mailing list, dobbiamo approntare un sito per la pubblicazione delle informazioni/appuntamenti principali. Per le informazioni sui negoziati già alcuni strumenti sono disponibili, ma ne va verificata la disponibilità e il livello di coinvolgimento. Comune-info.net conterrà aggiornamenti sui negoziati e rilancerà gli appuntamenti della campagna.

Bisogna predisporre strumenti tipo cartoline/locandine molto essenziali da cominciare a far circolare.

Tutti convengono nella necessità di individuare messaggi molto chiari e semplici (es. l’operaio polacco per la Stop Bolkestein).

 

BOZZA DI PIATTAFORMA (da implementare ed emendare)

STOP-TTIP

Fermiamo il trattato di liberalizzazione commerciale USA-UE

Promotori (al 19/02)

ALTRAMENTE, ARCI, ASSOCIAZIONE BOTTEGHE DEL MONDO, A SUD, ATTAC  ITALIA , COMUNE-INFO, COSPE, ENNEENNE, FAIRWATCH, FONDAZIONE CERCARE ANCORA, FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA, MUNICIPIO DEI BENI COMUNI, RE:COMMON, REORIENT, SCUP, YAKU

Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America attualmente in discussione, è qualcosa di più di un semplice negoziato di liberalizzazione commerciale. E’ l’ennesimo attacco frontale delle lobbies economiche e dei poteri forti su quello che rimane dei diritti del lavoro, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi economica e finanziaria e il tentativo di disarticolare le conquiste di anni di lotte sociali con le politiche di austerity e di redistribuzione verso l’alto.

I negoziati TTIP, lanciati ufficialmente nel luglio 2013 e portati avanti in modo opaco e segreto dalla Commissione europea e dall’Amministrazione statunitense in vista di una loro possibile conclusione a fine 2014, disegnano un quadro di pesante deregolamentazione dove obiettivo principale non saranno tanto le barriere tariffarie, già abbastanza basse, ma quelle non tariffarie, che riguardano gli standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di tutti i cittadini: l’alimentazione, i servizi sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro. Con l’alibi di un’omogeneizzazione delle normative, si assisterà ad una progressiva corsa verso il basso in cui saranno i cittadini e l’ambiente a farne principalmente le spese.

Tra i principali obiettivi del negoziato c’è la tutela dell’investitore e della proprietà privata, grazie alla costituzione di un organismo di risoluzione delle controversie a cui le aziende potranno appellarsi per rivalersi su Governi colpevoli a loro dire di aver ostacolato la loro corsa al profitto. Qualsiasi regolamentazione pubblica, con la scusa della tutela della competizione e degli investimenti, rischierà di essere messa in secondo piano dietro alle esigenze delle aziende e dei mercati.

Per questo, come movimenti sociali e organizzazioni della società civile italiana, abbiamo deciso di mobilitarci per opporci a un disegno politico che ha nella tutela e lo sviluppo dei mercati e dei mercanti il suo obiettivo principale. Ci appelliamo a tutte le forze sociali e sindacali del nostro Paese, perchè convergano su una mobilitazione comune per fermare il negoziato TTIP esattamente come successe alla fine degli anni ’90 con l’Accordo Multilaterali sugli Investimenti.

Alcuni buoni motivi per fermare il TTIP

– Sicurezza alimentare: le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e più in generale sulla qualità degli alimenti, più restrittive di quelle americane e internazionali, potrebbero essere condannate come “barriere commerciali illegali”;

– Gas di scisto: il fracking, già banditi in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare un diritto per le compagnie estrattive, che potrebbero a quel punto chiedere danni agli Stati che impedissero le loro operazioni;

– Acqua ed energia: sono settori a rischio privatizzazione. Tutte quelle comunità che si dovessero opporre potrebbero essere accusate di distorsione del mercato

– Servizi pubblici:  il TTIP limiterebbe il potere degli Stati nell’organizzare i servizi pubblici come i trasporti, i servizi idrici, educativi e ridurrebbe il principio dell’accesso universale a tutto beneficio di una privatizzazione;

– Libertà e internet: i giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stat Uniti, autorizzando in questo modo un accesso incontrastato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private 

Finanza : il trattato comporterebbe l’impossibilità di qualsivoglia controllo sui movimenti di capitali e sulla speculazione bancaria e finanzairia 

– Diritti del lavoro : la legislazione sul lavoro, già drasticamente deregolamentata dalle politiche di austerity dell’Unione Europea, verrebbe ulteriormente attaccata in quanto potrebbe essere considerata “barriera non tariffaria” da rimuovere

 – Democrazia : il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da parte degli enti locali