ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO DEL DEBITO PRIVATO ILLEGITTIMO NEL SUD DEL MONDO

Parte 3 della serie : “Il debito come arma primordiale di espropriazione”

Il “sistema del debito” sta guadagnando forza in Asia, Africa, America Latina e nei Caraibi, proprio come nei paesi industrializzati, dopo essersi modificato in vari modi negli ultimi 40 anni. Specie dopo lo scoppio della Terza Crisi Mondiale del debito nei primi anni ’80.

Le politiche di austerità che mirano ad aggiustamenti strutturali incoraggiano il debito privato.

I programmi di aggiustamento strutturale sono stati grandemente incoraggiati con il pretesto della crisi del debito pubblico. I prezzi delle esportazioni del Terzo Mondo verso il mercato globale hanno subito ribassi notevoli negli anni 1981-1982 e la Federal Reserve americana ha aumentato i tassi di interesse tra il 1979 e il 1980. Gli effetti combinati di questi due fattori hanno portato alla crisi. |1| Gli ultimi anni del ventesimo secolo hanno visto la predominanza delle politiche di austerità e dei programmi di aggiustamento strutturale nella maggior parte delle nazioni, specie nei cosiddetti”paesi in via di sviluppo” e in quello che era in passato il blocco orientale.

Le istituzioni internazionali hanno imposto questi programmi di aggiustamento strutturale, con la volontaria complicità dei governi di destra, per incoraggiare una serie di controriforme che avrebbero portato unicamente a favorire gli interessi delle grandi imprese private, dei poteri forti e delle classi dirigenti locali.|1| Queste politiche hanno peggiorato le condizioni di vita di ampi settori della popolazione, in particolare nelle aree agricole, ma anche in quelle urbane. Quali sono state le mosse chiave che hanno spinto ad una dipendenza crescente dal debito privato per sopravvivere?

Proviamo qui di seguito ad elencarle:

La sospensione dei sussidi per molti beni di consumo basilari (cibo, combustibili ecc.) e per i servizi (elettricità ,acqua, trasporti), che ha così causato l’aumento del costo della vita;

Politiche di riduzione della spesa nei settori della sanità e dell’istruzione, che hanno costretto così le classi deboli ad indebitarsi per pagare scuola e cure mediche;

L’abolizione delle agenzie pubbliche che acquistavano forniture agricole dai contadini a prezzi fissi e garantiti. Questa abolizione si è rivelata fatale e ha provocato l’indebitamento quando i prezzi dei prodotti agricoli sono diminuiti sul mercato locale/globale;

L’abolizione dell’approvvigionamento di cereali sotto il controllo del governo, misura che permetteva di avere garanzie di cibo in caso di raccolti scarsi e altre avversità. Ciò ha portato ad aumenti improvvisi e speculativi dei prezzi del cibo, costringendo le famiglie ad indebitarsi per procurarsi da mangiare in qualche modo;

L’apertura del mercato interno alle importazioni e agli investimenti stranieri: la competizione ha rovinato molte compagnie locali, e i piccoli produttori (agricoltori, artigiani) sono falliti;

L’intensificarsi delle campagne per la rivoluzione verde e l’uso dei prodotti chimici (pesticidi, fertilizzanti) o di semi geneticamente modificati (OGM). In questo modo i contadini sono stati costretti a indebitarsi per comprare semi, pesticidi, erbicidi e fertilizzanti, nella speranza di poter ripagare il debito una volta effettuato il raccolto e venduti i prodotti;

– La privatizzazione della terra (vedi la controriforma in Messico nel 1993, e contemporaneamente in Egitto e in molti altri paesi);

– L’accaparramento della terra ad opera di compratori stranieri;

-Il taglio dei posti di lavoro nei settori governativi;

– Il blocco e il taglio dei salari;

– L’estensione generalizzata dell’IVA e delle tasse indirette;

– I tagli alle pensioni (dovunque si potesse applicarli)

Tutte insieme, queste controriforme e misure hanno dato origine ad un alto livello di indebitamento tra le classi lavoratrici. Questo influisce sia sui consumi giornalieri sia sui piccoli investimenti nel settore urbano informale, come pure tra i piccoli e medi coltivatori.

La crescita del microcredito a partire dagli anni ’80 e ’90.

Le iniziative di microcredito si sono estese dagli anni ’80. Sin dal loro apparire hanno trovato buona accoglienza presso i governi e le principali istituzioni internazionali coem la Banca Mondiale. Ciò accadde ad esempio in Colombia, come descrive Daniel Munevar in suo studio finora inedito. |3| La microfinanza si è diffusa nei primi anni ’80 in questo paese, con il supporto di organizzazioni private come la Banca Inter-Americana di Sviluppo (IDB), e del governo USA. Il governo colombiano ha adottato un piano di sviluppo del microcredito per piccole imprese del settore informale nel 1984. Progetti simili sono stati lanciati in Bolivia, Perù e Messico. L’istituzione di microcredito più nota nel mondo è senza dubbio la Banca Grameen, fondata alla fine degli anni ’70 da Muhammad Yunus in Bangladesh. La Banca Mondiale ha promosso il microcredito in modo consistente.

Le Nazioni Unite hanno svolto campagne di sostegno e hanno proclamato il 2005 “Anno Internazionale del Microcredito”. Nel 2006 il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Muhammad Yunus e alla Banca Grameen.

Nello stesso anno anche capi di stato, tra i quali Jacques Chirac, José Zapatero, George W. Bush e Luis Ignacio Lula, come pure Bill Clinton e Bill Gates, hanno speso lusinghiere parole di sostegno sul microcredito.

La posta è alta

Con il sostanzioso aiuto istituzionale dei governi e di varie agenzie internazionali, |4| le strutture di microcredito si sono diffuse a pioggia nei paesi in via di sviluppo. A livello globale, circa due miliardi di persone non dispongono di un conto in banca. Questa condizione è particolarmente propizia per lo sviluppo delle agenzie di microcredito. Entro il 2014 si registravano 1045 agenzie di microcredito con 112 milioni di clienti, l’81% dei quali erano donne, con un portafoglio creditizio di 87 miliardi. Il 57% di questi utenti vivevano in aree rurali. I dati per il 2014 provengono dal Barometro del Microcredito 2016, reso pubblico da un “consorzio” delle tre principali banche francesi (BNP Paribas, Crédit Agricole e Société Generale), la Fondazione Grameen, Renault, Véolia (l’ agenzia multinazionale prima al mondo per le forniture di acqua, la gestione dei rifiuti e l’energia), Master Card, ENGIE (GDF suez), Danone (industria alimentare), KPMG (una delle prime 4 agenzie di audit al mondo), Vinci (operatore per trasporti e management- autostrade ,aeroporti, energia, lavori pubblici e costruzioni), il Consiglio comunale di Parigi, il Governo del Principato di Monaco e il Ministero francese per gli Affari Esteri e lo Sviluppo Internazionale.

La maggior parte dei prestiti va dai 100 ai 1000 dollari.

[SCHEMI

TOTALE MONDIALE 2014

Numero di persone indebitate: 111,7 milioni, di cui 19% uomini e 81% donne

Crescita annuale 2014: + 14,2% Previsione per il 2015 + 15,8 %

Percentuale di contadini indebitati: 57,3%

Somme prestate: 87miliardi di dollari USA +12, 6 %

AMERICA LATINA E CARAIBI

Numero di persone indebitate: 21,6 milioni, di cui 35% uomini e 65% donne

Crescita annuale 2014: +4,5 % Previsione per il 2015: +8,8 %

Percentuale di contadini indebitati: 29,9 %

Somme prestate : 40,6 miliardi di dollari USA +3,7 %

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA

Numero di persone indebitate: 5,3 milioni, di cui 40 % uomini e 60% donne

Crescita annuale 2014 +8,3 % Previsione per il 2015: +6,%

Percentuale di contadini indebitati: 43%

Somme prestate: 1,2 miliardi di dollari USA +6,7%

AFRICA

Numero di persone indebitate: 5,3 milioni, di cui 25% uomini e 75% donne

Crescita annuale 2014: +11,3% Previsione per il 2015: +0,8%

Percentuale di contadini indebitati: 59,2%

Somme prestate: 8,2 miliardi di dollari USA +16,4 %

ASIA MERIDIONALE

Numero di persone indebitate: 64,1 milioni, di cui 8% uomini e 92% donne

Crescita annuale 2014: +19,7% Previsioni per il 2015: + 20,4

Percentuale di contadini indebitati: 58,4%

Somme prestate: 12,8 miliardi di dollari USA +33,7%

ASIA ORIENTALE E PACIFICO

Numero di persone indebitate: 15,1 milioni, di cui 25% uomini e 75 % donne

Crescita annuale 2014: +7,6 % Previsioni per il 2015: +17%

Percentuale di contadini indebitati: 80,2%

Somme prestate: 12,9 miliardi di dollari USA +18,3%

EUROPA ORIENTALE E ASIA CENTRALE

Numero di persone indebitate: 3,5 milioni, di cui 56% uomini e 44% donne

Crescita annuale 2014: +11,6 % Previsioni per il 2015: -3,9%

Percentuale di contadini indebitati: 57,8%

Somme prestate: 11,3 miliardi di dollari USA +17,9%]

Fonte : Barometro della Microfinanza 2016

La maggior parte delle più grandi banche internazionali hanno aperto il proprio ramo di microcredito. Esse si occupano di esplorare le prospettive di ingresso nel settore , di solito stringendo alleanze con le agenzie di microcredito già operanti.

Ovviamente, sono solo piccoli prestiti, ma come possiamo vedere negli schemi precedenti, i due milioni di adulti che non hanno un conto bancario sono un mercato potenzialmente molto attraente per il microcredito. Ci sono altri due fattori molto importanti da considerare. Primo, il settore del microcredito chiede tassi reali di interesse del 25-50%(dopo aver aggiunto varie commissioni al tasso ufficiale richiesto ai contraenti). In secondo luogo, secondo le agenzie di microcredito, la percentuale di restituzione è superiore al 90%, perché i poveri fanno sforzi maggiori per ripagare il debito.

Un tema strategico per il capitalismo

Il sistema capitalistico funziona attraverso il tentativo costante di entrare e di dominare nelle sfere che non sono ancora sotto completo controllo. Alla fine del 20esimo secolo, ebbe enormi successi quando il modello economico capitalista fu reintrodotto nelle società come quella dell’URSS, degli altri paesi europei nel blocco sovietico, come pure in Cina e Vietnam. La crisi ambientale fu accolta come un’opportunità di sviluppare il mercato dei permessi di inquinamento e per promuovere il capitalismo verde. |5| A cominciare dagli anni ’60, quando la rivoluzione verde cominciò a marciare a pieno ritmo, il capitalismo riuscì trionfalmente a soggiogare centinaia di milioni di contadini al modello capitalista. Furono indotti a dipendere dai semi, pesticidi , erbicidi e fertilizzanti prodotti e brevettati dal capitalismo. A partire dagli anni ’90, l’espropriazione divenne di nuovo rampante, attraverso l’accaparramento di terreni su larga scala a livello internazionale. |6|

Dagli anni ’80 in poi, con la crescita costante del microcredito, sono stati fatti sforzi consistenti per attirare i due miliardi di adulti senza conto bancario nelle spire finanziarie del capitalismo. Per lo più donne, sono già coinvolte in relazioni monetarie, ma una parte del loro avoro e una parte della loro produzione è ancora strettamente correlata alla sfera non monetaria, domestica o di comunità (produzione autosufficiente di cibo, gestione della casa).

La sfida strategica per i capitalisti è quella di ricondurle trionfalmente e sistematicamente all’interno dello schema capitalista attraverso debiti formalizzati legati a relazioni contrattuali di prestito. Per tradizione le donne risparmiano denaro mettendo in comune fondi tra loro stesse. Un esempio sarebbero le tontines nell’Africa subsahariana (dove le donne mettono in comune i loro risparmi e si prestano denaro a vicenda per particolari esigenze o per progetti/investimenti). Il Capitalismo ritiene che questo sistema, dove ancora esiste, debba essere fermato.

L’obiettivo strategico del capitalismo è di intrappolare nel debito un’altra porzione di umanità: una parte che non è stata ancora ufficialmente integrata del tutto nelle relazioni formali (contrattuali) capitalistiche.

I governi, le organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e tutte le banche multilaterali che operano nei paesi del Sud (Banca Africana di Sviluppo, Banca Asiatica di Sviluppo, Banca Inter-Americana di Sviluppo, Banca Europea di Investimento, ecc.), le grandi compagnie finanziarie (quasi tutte le più grandi banche private, i fondi di investimento), le grandi compagnie commerciali (le più grandi catene di distribuzione), le compagnie di comunicazione (per lo più di telefonia mobile) prosperano con attività in questi settori.

Oltre al microcredito in sé per sé, che è il fulcro di questo saggio, dobbiamo mettere in luce come le catene di distribuzione commerciale abbiano intensificato il credito ai consumatori in un gran numero di paesi emergenti. Dovremmo anche prendere nota dell’aumento dell’uso dei telefonini per pagamenti e trasferimento di fondi, specialmente da parte di persone che non hanno un conto bancario. |7| Questo uso ampiamente diffuso di cellulari per effettuare pagamenti merita uno studio specifico.

LA FAVOLA DEL MICROCREDITO

La domanda principale per Muhammad Yunus è : Poiché metà della popolazione mondiale è estremamente fragile, cosa si può fare per inserirla nella corrente dell’economia globale e farla partecipare al libero mercato?

Yunus parte dall’assunto che l’economia globale lavora bene solo attraverso il libero mercato: l’unico problema dei poveri è riuscire a mettere un piede sulla scala. Il primo prestito poi aprirebbe autostrade davanti a loro. Le banche hanno dubbi sulla capacità dei poveri di restituire il denaro? Si rifiutano di dar loro prestiti? C’è Yunus, pronto a fare esperimenti con i prestiti ai poveri. “Quando chi ha bisogno di un prestito cerca di rifiutare un’offerta, con il pretesto che non ha esperienza di affari e non vuol prendere quel denaro, dobbiamo cercare di convincerlo che senza dubbio è in grado di avere idee creative per mettere in piedi un’attività economica” (pag.40). Prima accetta il prestito, poi vedremo cosa sei riuscito a fare… Per Yunus il business sociale è il tassello mancante del sistema capitalista. Se riusciamo ad introdurlo salveremo il sistema”(pag. 171). Il problema vero è se un sistema così mortifero debba essere salvato |8|

Muhammad Yunus

Numerosi studi empirici sul microcredito mostrano che esso non libera realmente i suoi clienti dalle catene della povertà. Il microcredito trascina molti dei suoi utenti all’indebitamento, spesso perfino ad un sovra-indebitamento. Non spalanca le porte alle imprese per l’ingresso nel settore formale. Le microimprese che prendono denaro in prestito dalle agenzie di microcredito restano all’interno del settore informale. Il microcredito non riesce a far prosperare le piccole imprese locali collettive, né a sostituire i servizi pubblici che si stanno deteriorando o scomparendo mentre lo stato applica politiche neoliberiste. In realtà, il microcredito riproduce i meccanismi che generano miseria. |9|

Una volta indebitate, le persone, per lo più donne, possono essere espropriate più facilmente, e costrette a cercarsi un impiego pagato nel mercato del lavoro.

In questo modo contribuiscono ad ingrossare le schiere dei disoccupati e aumentano la pressione per far diminuire i salari. In molte situazioni, i clienti delel agenzie di microcredito che trovano difficoltà a restituire il prestito finiscono nelle mani dele agenzie di credito tradizionali. Queste mettono meno condizioni, ma esigono tassi di interesse ancora più alti.

ESEMPI CONCRETI DI MICROCREDITO

Bangaldesh: l’esempio archetipico del microcredito

Il Bangladesh, uno dei paesi nei quali il microcredito è più diffuso, ha una popolazione di 160 milioni di persone. Nel 2015, 29 milioni hanno fatto ricorso al microcredito, con una media di 200 dollari (17000 takas, la valuta del paese). |10| Più dell’80 % dei clienti erano donne. Qui di seguito la testimonianza di Abul Kalam Azad ,che lavora con Action Aid a Dhaka, nel Bangladesh, ed è anche membro del Cadtm:

Il microcredito, in senso classico, implica la concessione di piccoli prestiti a un singolo gruppo di numerosi richiedenti prestito. Un gruppo debitorio è formato di circa 25-30 persone che si impegnano a rispettare 16 principi (tesi ad assicurare che i destinatari del prestito agiscano in modo collettivo e inclusivo come un gruppo).I membri del gruppo formano prima un fondo congiunto di risparmio, e poi si rivolgono ad una agenzia di microcredito per ottenere un prestito sulla garanzia di quel fondo. Più di recente, le agenzie di microcredito hanno cominciato a concedere prestiti ad individui. Per un prestito individuale, il richiedente deve fornire all’agenzia una garanzia del 30% della somma richiesta.” |11|

I tassi reali di interesse variano tra il 35 e il 50% (comprese le commissioni ufficiali). Di conseguenza, considerata la difficoltà di pagare tassi del genere, i clienti del microcredito finiscono con il ritrovarsi indebitati nei confronti di 3 organizzazioni di microcredito, in media. Esaminiamo un caso immaginario, ma del tutto plausibile. Lei (la maggioranza degli utenti del microcredito sono donne) inizia a chiedere prestitit alla Grameen Bank (attualmente, stimata la terza banca del genere in Bangladesh per volume d’affari). Se non riesce a restituire il denaro in tempo, prende denaro in prestito da BRAC (che è la prima organizzazione di microcredito) per ripagare la Grameen Bank. Impossibilitata a ripagare BRAC e Grameen, si rivolge ad ASA (la seconda banca di microcredito in ordine di importanza). Se di nuovo non riesce a pagare, decide di scomparire con la sua famiglia. Se vivono in un villaggio, svaniscono senza lasciare indirizzo e si rifugiano, oppressi dal senso di colpa, nell’anonimato della grande città.

Dhaka, la capitale, ha 14 milioni e mezzo di residenti, e anche le altre città scoppiano.

La restituzione del microcredito comporta così tante difficoltà che le persone indebitate vivono in una condizione di grande tensione e umiliazione. Secondo Abul Kalam Azad: “ I problemi collegati ai pagamenti del debito hanno portato uno stress enorme nelle famiglie dei debitori”. Poichè la maggior parte di loro non possiede proprietà, l’esproprio non coinvolge terra o abitazioni: va a colpire quel 30% di garanzia che il richiedente del prestito aveva dovuto impegnare presso l’agenzia di microcredito. Questo è un fattore estremamente importante, e non deve essere sottovalutato, se vogliamo capire come mai le organizzazioni di microfinanza hanno una percentuale di restituzione di denaro superiore al 98%. Un potenziale utente deve depositare il 30% del prestito come “collaterale”. L’impossibilità di pagare implica che l’organizzazione confischerà la garanzia. E’ in realtà un sotterfugio per espropriare una grande quantità di persone, che perdono il loro collaterale se non riescono a ripagare il debito. Di conseguenza, lasciano il loro villaggio per sfuggire al disonore.

Un ulteriore chiarimento: in Bangladesh, le tre banche di microcredito più grandi controllano il 61% del mercato. Se vi trovate in visita alla capitale, Dhaka, noterete che la maggioranza degli ATM (sportelli bancari automatici) appartiene alle tre banche più grandi.

Colombia: lo stato dà sostegno strutturale al microcredito

Come abbiamo già detto, i governi della Colombia e degli Stati Uniti, come pure la Banca Mondiale e la Banca Inter-Americana di Sviluppo, hanno lanciato, sostenuto e diffuso attivamente la microfinanza. In Colombia, i piccoli imprenditori, che sono i principali datori di lavoro, sono stati il bersaglio preferito delle agenzie di microcredito. Nel 2014, cinque istituzioni dominavano il settore e controllavano il 75% dei prestiti. Bancamia, la banca di microcredito più importante, è associata con BBVA, la seconda più grande banca spagnola privata.

Lo stato fornisce loro supporto operativo. Nel 1996 Corposol/Finansol, che controllava il 40% del mercato per i nuovi prestiti alle microimprese, ha dovuto ricorrere ad un salvataggio con fondi pubblici per eccesso di compravendita.

|12| Gli amministratori delegati senior delle banche di microcredito sono stati reclutati all’interno delle grandi banche private, in particolare di quelle americane, come Citybank. Tutti gli studi realizzati dal governo americano mettono in risalto il successo di quella che chiamano l’industria del microcredito. Il motivo è semplice: queste valutazioni prendono in esame solo la crescita del settore, senza alcuna considerazione per i suoi effetti sull’attività economica, senza indagare la capacità delle microimprese di abbandonare il settore informale per quello formale. Infatti, la microfinanza colombiana ha mantenuto le microimprese all’interno del settore informale, spingendole all’indebitamento eccessivo, il quale a sua volta ha portato ad un aumento del mancato rimborso. A partire dagli anni 2000 il governo ha convinto le banche più importanti ad investire nella microfinanza. Tra il 2002 e il 2006 hanno investito 130 milioni di dollari all’anno, per lo più con una garanzia pubblica in caso di insolvenza o bancarotta. |13|

Il portafoglio creditizio garantito dallo stato si è quintuplicato tra il 2001 e il 2005. Il governo ha deciso quindi di concedere più microcrediti, e ha stabilito un obiettivo di 5 milioni di microcrediti tra il 2006 e il 2010. L’obiettivo è stato superato, sono stati concessi 6,1 milioni di credito. Per il periodo 2010-2014, il record è stato ancora battuto: mentre il governo stimava 7,7 milioni di microcrediti, i dati attuali toccano i 10,2 milioni. Comunque, l’espansione degli affari non ha migliorato la qualità dell’impiego. Nel 2006, le pressioni delle banche di microcredito hanno indotto il governo ad aumentare i tassi di interesse. |14| I tassi autorizzati sono passati dal 22,6% al 33,9%.

Dal 2010 i tassi ufficiali sono cresciuti ancora, e oscillano tra il 30 e il 50%. inoltre il governo ha autorizzato l’introduzione di tassi variabili con indicizzazione trimestrale. In Colombia l’espansione del microcredito è esponenziale, con un aumento dai 136 milioni di dollari del 2002 ai 3800 milioni del 2016, una crescita annua del 28,1%. In termini di prestiti individuali nel 2015, il 72% di questo microcredito supera da 1 a 25 volte il salario minimo legale, mentre il rimanente 28% oscilla tra le 25 e le 120 volte. Nel 2015 il ricavo in mezzi propri (ROE) è stato fenomenale |15|: Bancamia ha raggiunto l’11,7%, la Women’s World Banking WWB(sic!) il 9,1%e il Banco Mundo Mujer il 21%. La Goldman Sachs, una delle banche che realizzano più profitti al mondo, non raggiunge queste percentuali!

Mentre le banche colombiane specializzate in microcredito sembrano avere basi solide, lo scenario è del tutto diverso per gli individui e le piccole imprese che chiedono questi prestiti. Il 32% dei clienti è sovra-indebitato e ha dovuto chiedere una ristrutturazione del debito, il che fondamentalmente implica che si allunga il periodo di pagamento. La situazione economica della Colombia è in peggioramento negli anni 2016-17 e sempre più persone indebitate sono insolventi. |16|

Sud Africa: i datori di lavoro, su ingiunzione dei tribunali, spesso trattengono le cifre dovute direttamente dal salario del lavoratore

Il 16 agosto 2012 la polizia ha aperto il fuoco sui minatori in sciopero nella regione di Marikana in Sud Africa, uccidendone 34. “Il massacro dei minatori in sciopero a Marikana nel 2012 è concordemente considerato il punto di svolta nella storia del Sud Africa democratico. Non solo ha rivelato il supporto virtualmente incondizionato al capitale da parte dell’ANC e della nuova elite nera, ma ha anche svelato l’alto livello di indebitamento dei minatori. La parte più rilevante di questo debito è stata contratta con i “micro- creditori” e la crescita dei micro prestiti in Sud Africa può ben dirsi fenomenale. I sudafricani che guadagnano da 3500 a 10.000 Rand al mese (salario medio di un operaio) versano fino al 40% del loro reddito per ripagare debiti.

Gli ordini “Garnishee” – cioè quando i datori di lavoro ricevono l’ordine dal tribunale di detrarre le quote di ripianamento debiti direttamente dal salario dei dipendenti- sono molto diffusi. Molti minatori nel 2012 scioperavano per avere salari più alti anche perchè questi ordini giudiziari li lasciavano con poco o nulla per vivere, o perchè si erano indebitati con prestatori di denaro non assicurati, fuori dalle miniere o presso i negozi che davano denaro liquido, spuntati come funghi in città come Marikana in tutto il SudAfrica.” |17|

Marocco: quando le vittime si uniscono

Dalla metà degli anni ’90, il governo del Marocco ha promosso il microcredito con fondi nazionali e internazionali (il fondo Hassan II per lo Sviluppo Economico e Sociale, UNDP, Us Aid ecc.).

Oggi, la Federazione Nazionale delle Associazioni di Microcredito vanta 13 istituzioni coordinate come aderenti, 4 delle quali (comprese due sussidiarie bancarie) sono la fonte del 95% dei prestiti concessi. Dal 2008 al 2011 ha attraversato una crisi dovuta al mancato pagamento dei debiti, che tra le altre cose ha portato al fallimento della Fondazione Zakoura. A sua volta lo Stato è stato costretto, di conseguenza, ad intervenire per riorganizzare e consolidare la struttura del sistema.

Dagli anni ’90 alla fine del 2015 sono stati garantiti prestiti per un totale di quasi 50 miliardi di dirhams, oscillanti dai 500 ai 50.000 dirhams, con un tasso effettivo medio del 35%, che può facilmente salire.

Le organizzazioni del microcredito sfruttano le esigenze dei richiedenti, il loro livello di istruzione e la loro ignoranza degli aspetti tecnici per mascherare il reale tasso d’interesse annuale, e citano solo la rata mensile.

Le difficoltà nel ripagare i debiti eccessivi e l’applicazione di tassi da usura spiegano come mai circa 4500 vitime del microcredito, per lo più donne, abbiano lanciato nel 2011 un movimento nella regione di Ouarzazate (nel Sud Est del Marocco). |18| ATTAC CADTM Marocco ha sostenuto questa lotta, considerandola una battaglia legittima contro l’avidità delle istituzioni bancarie e gli investitori che le dirigono, e ha messo in evidenza l’illegittimità e l’illegalità di questi prestiti.

Carovana internazionale di solidarietà con le donne vittime di microcredito in Marocco

Come riferisce ATTAC CADTM Marocco, :”Ciò che le istituzioni di microfinanza dichiarano essere i loro obiettivi, le leggi che li sostengono e i metodi illegali usati per gestire i debiti non ripagati: tutto ciò è un vergognoso esempio di ipocrisia. La tenacia del movimento ha messo in luce tutto ciò. I debitori sono stati oggetto di varie forme di minaccia, e sono stati privati delle loro proprietà. In particolare le donne sono state sottoposte ad una pressione tremenda: alcune hanno lasciato la loro famiglia, altre sono emigrate, e alcune sono state perfino indotte alla prostituzione.” |19|

All’inizio gli organizzatori del movimento sono stati processati e condannati pesantemente. Grazie alla forte mobilizzazione delle vittime e alla solidarietà internazionale che hanno ricevuto, i tribunali ultimamente sono stati costretti ad assolverli. |20|

Come ATTAC CADTM mette in evidenza:” Il Microcredito è collegato a qualcosa di più dell’avidità delle istituzioni finanziarie locali e internazionali. Si rivolge al problema più generale del tipo di politiche adottate per combattere la povertà, e in senso lato al modello di sviluppo che sta alla base di queste politiche. Da un lato, l’accaparramento della terra, l’agricoltura estensiva trasformata in business, la chiusura dei servizi pubblici o la loro privatizzazione stanno divorando i mezzi di sussistenza di una parte della popolazione. Dall’altro, le persone ricevono prestiti, e così possono accedere a servizi privati a pagamento: scuole private , cliniche ecc. Durante questo processo, viene loro chiesto di inventarsi attività personali che diano reddito in un mondo travolto dalla crisi, mentre nello stesso tempo vengono privati dei vantaggi.”

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Les autres voix de la Planète, la rivista del CADTM dell’aprile 2017 dedicata ai debiti privati illegittimi

Altri meccanismi di debito privato

Questi meccanismi svolgono un ruolo importante nei cosidetti paesi in via di sviluppo, emergenti o no.

In Cina, più di 100 milioni di persone sono state coinvolte in una colossale bolla edilizia che è cresciuta a valanga per più di dieci anni. I prezzi delle case sono diventati astronomici. Decine di milioni di contadini sono vittime di speculazioni edilizie, che hanno reso più costosi i terreni agricoli vicini ai centri urbani. Le ipoteche stipulate dalle banche cinesi crescono continuamente e i banchieri diventano sempre più ricchi. I mancati pagamenti sono decine di milioni, e altrettante famiglie dovranno affrontare la minaccia di confisca quando i prezzi delle case collasseranno.

In India negli ultimi 20 anni sono stati registrati più di 300.000 suicidi di contadini indebitati. Il numero delle vittime non diminuisce. |22| Il sistema della dote è una delle maledizioni che ancora persistono nella società indiana, e che costringe i genitori poveri a ricorrere al microcredito e ad altre forme di prestito per poter consentire alle figlie di sposarsi. Nonostante per legge siano previste punizioni nella sezione 304B del Codice Penale Indiano (Morte per dote), negli anni 2012, 2013 e 2014 rispettivamente si sono verificati nel paese 8233, 8083 e 8455 casi di morte per abusi collegati alla dote. Nonostante la legge del 1961 che proibiva la dote, i genitori ancora oggi contraggono debiti ,vendono la terra e si indebitano pesantemente per la dote delle loro figlie”. La 21enne Shital Vyankat Vayal, figlia di un contadino povero dello stato di Maharashtra nella parte occidentale dell’India, si è suicidata gettandosi in un pozzo per evitare alla sua famiglia il peso finanziario e sociale del suo matrimonio. Il biglietto che ha lasciato prima di uccidersi dice che suo padre aveva provato ad ottenere un prestito, ma che le agenzie e le banche rifiutavano di concederglielo per mancanza di capitale, perchè i raccolti perduti ripetutamente avevano ridotto la famiglia nella miseria più nera.

In un altro incidente risalente al 2011, una madre si era uccisa con il figlio e la figlia sposata perchè la famiglia era sottoposta ad una pressione tremenda per il pagamento della dote della figlia.

Il biglietto d’addio della madre diceva: “I debiti ci sommergono e ci angosciano. Non possiamo pagare”.

Riassumendo, in questi primi anni del 21esimo secolo il debito privato viene Sempre più usato per schiavizzare, depredare e privare di diritti le popolazioni già oppresse nel Nord e nel Sud globale. E’ per questo motivo che il CADTM ha deciso di includere tra le sue attività la lotta per l’abolizione dei debiti illegittimi privati.

Riconoscimenti: L’autore desidera ringraziare Damien Millet e Claude Quémar per aver rivisto il testo e per i loro suggerimenti. Si ringrazianoanche Daniel Munevar e Suchandra de Sarkar per la ricerca e l’assistenza. L’autore è il solo ed unico responsabile per qualsiasi errore od omissione nel testo.

Fine della terza parte

Traduzione di Marcella Stumpo

Note

|1| Vedi capitolo 3 di “Il debito, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale: 60 domande, 60 risposte.”

Si può acquistare direttamente da MONTHLY REVIEW STORE

|2| Vedi Eric Toussaint, “Come applicare misure impopolari di austerità, L’OECD divulga una guida per i governi”

|3| Daniel Munevar, “Colombia, uno sguardo critico”, 2017, 21 pagine, uscirà in una pubblicazione della Conferenza delle Nazioni Unite su Commercio e Sviluppo (UNCTAD)

|4|, Ancora una volta, ciò che viene pubblicizzato come un’impresa della società civile e dell’iniziativa privata deve in realtà il suo successo al sostegn ocruciale die governi e del sostegno al ruolo degli Stati da parte delle agenzie internazionali (come la Banca Mondiale).

|5|Vedi L’impossible capitalisme vert: Un livre indispensable pour construire un projet écosocialiste (in francese). Vedi anche Daniel Tanuro, Capitalsimo Verde: Perché non può funzionare, Merlin Press, Uk, Ottobre 2013

|6|Vedi Nicolas Sersiron, “Terre confiscate, neocolonialismo rafforzato” (in francese)

|7| Vedi Il Kenia, Leader mondiale dei pagamenti su cellulare (in francese). Inoltre Chiedere soldi per telefono: i trasferimenti di denaro su cellulare espandono l’attività bancaria: in Africa, le rimesse telefoniche da oltre confine superano i limiti bancari e UNCTAD, Il denaro via cellulare per lo sviluppo degli affari nella Comunità africana orientale

|8| vedi Muhammad Yunus, erso un nuovo capitalismo�(in francese). J-C Latteditore ,2007, 280 pagg., pag.31. Abbiamo tradotto queste parti dall’eccellente articolo in francese di Denise Comane, intitolato uhammad Yunus: premio Nobel per l’ambiguità o per il cinismo?

|9| Esther Duflo, “Microcredito, miracolo o disastro?” (in francese)

|10|Fonte: delibera di Monower Mustafa nel seminario internazionale del CADTM organizzato a Dhaka il 3-4 marzo 2017. La realzione completa si può consultare qui: “Sforzi concordati nell’Asia Meridionale contro il debito e il microcredito”

|11| Vedi “Bangladesh: Effetti dirompenti della Grameen Bank e delle altre istituzioni di microcredito sull’agricoltura.”

Vedi la relazione completa qui:: “Sforzi concordati nell’Asia Meridionale contro il debito e il microcredito”

|12| Vedi “ Corposol/Finansol: analisi preliminare su una crisi istituzionale della microfinanza”

|13| Trigo, J., Patricia, L., Devaney, L., & Rhyne, E. (2004) “Supervisionare e regolare la microfinanza nel contesto della liberalizzazione del settore finanziario: Lezioni dalla Bolivia, Colombia e Messico”

|14| Gutierrez, M.L. (2009) “Le forme di microfinanza ne lcontesto de lsistema finanziario colombiano” (in spagnolo)

|15| Il Return On Equity (ROE) calcola il rapporto tra il reddito netto e il capitale di rischio di pertinenza degli azionisti in termini di percentuale. L’equazione per ROE sarebbe: profitto netto /mezzi propri

|16|El Nuevo Siglo, 20 aprile 207, Bogotà, “Il numero dei microcrediti diminuisce” (in spagnolo)

|17| Fonte: Samantha Ashman , La finanziarizzazione e le lotte dei miantori in Sud Africa, saggio presentato al Seminario sulla Finanza e i Movimenti Sociali, Parigi, 13 aprile 2017

|18| vedi Lucile Daumas, “Microcredito, una macrotruffa”, (in francese)

|19| ATTAC CADTM Marocco, “Il sistema di microcredito in Marocco: quando i poveri finanziano i ricchi” (in francese). Questo articolo uscirà entro l’anno. Vedi anche Omar Aziki, “ La popolazione è doppiamente oppressa dal microcredito e dalla dittatura” (in francese)

|20| vedi Souad Guennoun, “ I due imputati nel processo per il microcredito a Ouarzazate sono stati assolti” (in francese)

|21|vedi nota 19, articolo presto in uscita nell’anno

|22| Per esempi specifici, vedi Al Jazeera, “I coltivatori indiani di canna da zucchero: un circolo di debito e suicidio”, 3 aprile 2017

Eric Toussaint

é uno storico e studioso di scienza politiche che ha completato il suo dottorato all’Università di Paris VII e di Liegi, è il portavoce del CADTM internazionale, e fa parte del Consiglio Scientifico di ATTAC Francia. E’ autore di Bankocracy (2015); La vita e i crimini di un uomo esemplare (2014); Glance in the Rear View Mirror. Neoliberal Ideology From its Origins to the Present, Haymarket Books, Chicago, 2012 (vedi qui), ecc. Si può consultare la sua biografia :Hhtps://en.wikipedia.org/wiki/%C3%89ricToussaint. Ha scritto insieme a Damien Millet Il Debito, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale: 60 domande, 60 risposte, Monthly Review Books, New York, 2010. Dal 4 aprile 2015 è il coordinatore scientifico della Commissione Greca per la Verità sul Debito Pubblico.

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