Report approfondimento su Cassa Depositi e Prestiti "La Cdp al servizio dell’espropriazione dei beni comuni : costruiamo un piano alternativo per la riappropriazione degli stessi"
Seminario Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale – 1 Febbraio 2014
Bozza Report Tavolo 2
Tema del Tavolo 2 – La Cdp al servizio dell’espropriazione dei beni comuni : costruiamo un piano alternativo per la riappropriazione degli stessi
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Cosa fa oggi Cdp rispetto ai beni comuni (acqua, rifiuti, territorio, servizi pubblici locali, cul
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Cosa fa oggi Cdp rispetto alle politiche della casa
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Proposte per una Cdp al servizio della riappropriazione sociale dei beni comuni, del diritto all’abitare e di una nuova economia sociale territoriale
Partecipanti
Vittorio,Claudio, Ettore, Andrea e Giulia (Ve), Tommaso e Alessandro(Bo), Sofia, Gennaro (Pozzuoli), Raphael (Na), Corrado (CGIL-FP), Alessandro (Cobas Telecom), Giulia (Re_Common), Fabio (Cobas Poste), Marilena(Forlì), Loretta e Marinella (An), Piero (Cobas pensionati), Pina, Alessandra, Chiara
E’ condivisa la consapevolezza della riappropriazione sociale di CdP, come leva per lo sviluppo della Ricchezza Sociale fornita da Beni Comuni/Servizi Pubblici gestiti nell’interesse della collettività invece di privatizzazioni e svendita di patrimonio pubblico, che preludono a progressivi impoverimenti collettivi. Naturalmente occorre ripensare ad una nuova gestione pubblica e partecipata in modo che la popolazione veda direttamente gli esiti su di sé di una rinnovata ricchezza sociale e venga coinvolta sia nelle scelte degli obiettivi che della gestione e del controllo
La visione emergente è quella di un approccio a matrice, dove le elaborazioni a livello nazionale di Filiere verticali dei Beni Comuni /Servizi Pubblici (acqua, rifiuti, casa, cultura, territorio e beni demaniali, trasporti e servizi pubblici locali.) si intrecciano con Progetti territoriali o aziendali specifici. Tenere insieme il locale con l’universalità di servizi con eguale qualità nazionale, rende più consapevoli, coinvolgibili e soddisfatti i cittadini.
Inoltre il tipo di investimento continuerà a garantire all’investitore (nonnina, il pensionato, il piccolo risparmiatore) sia un piccolo interesse in assenza di qualunque rischio di volatilità
I Progetti di ripublicizzazione dovrebbero sempre considerare tutte e tre le modalità possibili di finanziamento: Fiscalità generale, Finanza Pubblica, Tariffe.
Forte necessità di un percorso di crescita di competenza per elaborazioni di buon livello; spesso ci vogliono anni per una buona progettazione alternativa. E’ stato riportato anche che nei confronti con le istituzioni e la politica si riscontra grande incertezza, scarsa sensibilità, scarsa competenza, superficialità (colpevole o incolpevole).
E’ stato anche notato che manca una classe di economisti competenti e “critici” rispetto al pensiero economicista dominante: necessità di relazioni con professori “critici”, giovani studenti sensibili e una pervasiva opera di contro-informazione.
La nostra idea di risocializzazione della CdP prevede un grande investimento popolare e collettivo per migliorare nettamente il livello qualitativo del Servizio Pubblico. Il nuovo pubblico e sociale dovrà essere funzionante, efficiente, attento, puntuale,disponibile, organizzato in modo da superare nettamente tutte quelle riserve legate alla percezione di efficacia degli attuali servizi pubblici.
La Cdp risocializzata non sarà neppure un carrozzone stile vecchia Iri, ma si occuperà precipuamente dei servizi legati ai beni comuni.
Forte necessità che i movimenti e gli EE.LL. (interlocutori previlegiati, ancorchè privati dal loro ruolo a causa del patto di stabilità) agiscano di concerto come catalizzatori di importanti mobilitazioni territoriali e nazionali della popolazione e dei lavoratori a sostegno delle vertenze e favorevoli a questo modello di risocializzazione.
Necessità di forte contestazione e contrasto al patto di stabilità.
Necessità di teorizzazioni accompagnate da azioni forti (come scioperi delle bollette o altri da immaginare) che coinvolgano tutti i comparti (acqua, rifiuti, energia, trasporti, casa), tenendo conto di due velocità quella di risposte pronte e adeguate agli attacchi predatori senza pero’ perdere di vista le risposte piu’ lunghe e riflessive sulla progettazione di alternative.
Necessità di pronta adesione alle manifestazioni territoriali o nazionali contro le privatizzazioni (come quella degli autisti dei mezzi pubblici di Genova).
Estensione della delibera consigliare su patto di stabilità e CdP anche contro la cessione del 40% di Poste, che comporterà la chiusura degli uffici postali non considerati remunerativi.
E’ urgente riuscire ad attivare un rapporto più stringente con le vertenze legate alle problematiche dell’abitare, per costruire percorsi condivisi di rivendicazione e avere dei dati certi sui quali iniziare a pensare quali risorse necessitino per progetti legati alle problematiche dell’abitare.
Sui temi legati al sociale ed ai beni comuni è inoltre necessario favorire una rivisitazione del codice civile in merito alle pratiche di riappropriazione sociale.
Nello specifico, gli interventi si sono soffermati su:
La battaglia per l’acqua pubblica, la Legge nazionale di iniziativa popolare adesso ripresentata da un intergruppo parlamentare, la ripublicizzazione di ACEA a Roma.
La necessità di ripublicizzare l’intera Telecom Italia, vista come azienda nazionale strategica; su questo progetto il sindacato COBAS sta lavorando e sta motivando interessi di altri sindacati.
La necessità di contrastare la cessione del 40% di Poste a investitori privati istituzionali. Poste come Bene Comune che garantisce il diritto alla Comunicazione. Necessità urgente di mobilitare tutte le forze disponibili a livello nazionale, a partire dai sindaci e dai movimenti. Poste come acqua bene comune. Eventi correlati, entrambi nella sala conferenze COBAS, Viale Manzoni 55, III piano, Roma:
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14 Febbraio, ore 19, presentazione del libro “La posta in gioco”
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21 Febbraio, ore 19, incontro su” Debito pubblico e privatizzazioni in Italia”
La Campagna Terreno Bene Comune di Genuino Clandestino.
Occupazione stabili ad Ancona, a Venezia (dove CdP ha acquisito un’intera isola), a Bologna (dove CdP ha acquisito una caserma).
Una Raccolta Differenziata estesa su tutto il territorio nazionale che potrebbe idealmente creare 200 000 posti di lavoro (tra lavoratori diretti e indiretti nel comparto del recupero).