Proposta di incontro agli eletti negli enti locali

benicomuniCare/i,  
il Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale è una realtà che nasce dall’incontro tra diverse reti e sensibilità su vari territori e che ha, sin dalle assemblee di lancio di Roma, Milano e Firenze, provato ad assumere come orizzonte di riferimento i temi della socializzazione del credito e del rifiuto della trappola del debito.
Attraverso la costruzione di due campagne, la prima per la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti e l’altra per lanciare dei percorsi d’indagine popolari ed indipendenti sui bilanci degli enti locali e delle partecipate, stiamo provando a mettere in rete esperienze diverse al fine di costruire un movimento d’opinione largo e diffuso che si mobiliti in difesa dei beni comuni e contro le politiche di austerità e di drenaggio del risparmio dei cittadini a favore del grande capitale finanziario internazionale. 
Dal nostro punto di vista, una delle partite più importanti che si giocheranno nel prossimo autunno è quella relativa al definitivo svuotamento di funzioni e di risorse degli enti locali, ed in particolare dei comuni. E’ oramai chiaro che il prossimo passo verso il depauperamento del patrimonio pubblico di questo paese passerà attraverso un percorso di svendita di immobili, terreni, partecipazioni dei comuni grandi e piccoli. Secondo un rapporto di Deutsche Bank del 2011, si tratterebbe di oltre 500 miliardi di controvalore: stiamo parlando di cifre enormi, come enorme è la disponibilità dei mercati finanziari, che da alcuni anni a questa parte, tramite le operazioni di alleggerimento quantitativo di Fed, BoJ e BoE e le operazioni di LTRO messe in atto dalla BCE, sono stati letteralmente inondati di danaro a costo zero o quasi. Questa montagna di soldi è solo in attesa di essere messa in circolo in investimenti ad alto valore aggiunto, anche nel nostro paese. Si tratta quindi di un salto di qualità che l’establishment nazionale ed europeo considera fondamentale per gli scopi prefissati, e  che rappresenterà uno dei momenti più alti del processo di svendita del patrimonio pubblico di questo paese iniziato negli anni novanta.
Il tutto si svolge tra l’altro all’interno di un quadro caratterizzato dal persistere di misure d’austerità durissime. Anche queste colpiscono in modo particolare i comuni, soprattutto nella loro capacità di offrire beni e servizi essenziali alla popolazione. Con l’adozione del patto di stabilità e del complesso di regole UE denominato Six Pack, ed il conseguente congelamento della spesa in persistenza di situazioni debitorie spesso insostenibili, i sindaci e le amministrazioni locali sono costretti ad agire non più da rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni, ma da curatori fallimentari, che possono reperire risorse solo tramite la svendita di pezzi interi di territorio e di servizi per finanziarsi. Addirittura, in taluni casi l’alto debito comunale  prefigura una situazione pre-fallimentare de facto, rendendo impossibile anche la semplice programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria di strade ed edifici pubblici.
La lotta contro la grande svendita ed il patto di stabilità che strangola i comuni Italiani è quindi diventata una nostra priorità. Nel corso del prossimo autunno, proveremo con tutte le forze ad aprire dei percorsi condivisi di opposizione a queste politiche, elaborando allo stesso tempo proposte alternative di gestione del pubblico che rimettano al centro la democrazia e la partecipazione popolare alle scelte strategiche.
Sulla base di quanto detto, crediamo che sia più che mai necessario provare ad unire le forze con chi, all’interno delle amministrazioni e dei consigli comunali, condivide con noi queste preoccupazioni e si adopera con modalità di lavoro dal basso e basate sull’orizzontalità e la partecipazione. Per questo motivo, riterremo opportuno aprire un canale di dialogo con tutte/i gli eletti negli enti locali a cui interessa costruire non soltanto l’ennesimo argine a difesa dei beni  comuni, ma anche e soprattutto un percorso di lotte e proposte per una fuoriuscita da questa crisi basata sui diritti, la cittadinanza attiva, la democrazia.

Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale
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