Nicaragua : dal 2007 al 2018, Daniel Ortega con il sostegno del FMI ha attuato una politica a favore del grande capitale nazionale e internazionale

Parte 5

Di Eric Toussaint, 19 ottobre 2018

I provvedimenti neoliberisti del governo di Daniel Ortega in materia di sicurezza sociale e soprattutto di pensioni, sono stati il principale detonatore delle proteste sociali iniziate nell’aprile 2018: provvedimenti voluti dal FMI con il quale Daniel Ortega è sempre stato in ottimi rapporti dal suo ritorno alla presidenza del paese nel 2007. Ed è lo stesso FMI a felicitarsi con il governo per le sue realizzazioni, in un comunicato pubblicato nel febbraio 2018 : “ i risultati economici dell’anno 2017 sono stati superiori alle aspettative, e le previsioni per il 2018 sono favorevoli (…) Il FMI raccomanda che la prevista riforma dell’Istituto nazionale della sicurezza sociale (INSS) assicuri la sua sostenibilità a lungo termine e corregga le ingiustizie dell’attuale sistema. Si congratula con le autorità per gli sforzi tesi a ridurre il fabbisogno di finanziamento dell’INSS1.

La sinistra è divisa sulle valutazioni della politica condotta dal governo di Daniel Ortega dal 2007 a oggi, come pure sulla posizione da assumere rispetto alle proteste sociali e sulla repressione da parte del regime.

Parte della sinistra ritiene che il governo Ortega sia un governo progressista che, in un contesto internazionale difficile, ha portato avanti una politica a favore dei settori popolari pur compiendo degli errori. Per questa sinistra, i poteri forti del capitalismo, a partire da Washington e dai suoi alleati nella regione, sono i maggiori responsabili della destabilizzazione di questo paese centroamericano di circa 7 milioni di abitanti, e un settore dominante del movimento è diretto e/o manipolato dalla destra reazionaria. Ammette gli episodi di repressione ma considera sospetti o falsi i rapporti che imputano alle autorità del paese la principale responsabilità delle centinaia di morti negli eventi drammatici che hanno colpito la popolazione.

Alcuni autori sostengono che i mercenari che hanno destabilizzato il regime di Maduro sono stati spostati in Nicaragua per continuare la loro azione criminale secondo un modus operandi messo a punto da Washington e dai suoi servi.

Perciò, bisognerebbe evitare che il governo Ortega venga rovesciato. E’ grosso modo la stessa posizione dei partiti della sinistra latino-americana che compongono il Forum di San Paolo, riunitosi il 28 luglio 2018 a L’Avana dove ha approvato una risoluzione di sostegno al Governo Ortega2.

Secondo Ortega e i suoi sostenitori, il movimento di protesta rappresenta un tentativo di colpo di stato e coloro che vi partecipano sono complici dei golpisti e dei terroristi o golpisti, e terroristi loro stessi.

Affermazioni che non sono corroborate dai fatti. Ortega e i suoi sostenitori non riescono a dimostrare che si tratta di un tentativo di colpo di stato. I manifestanti, nella stragrande maggioranza, non utilizzano metodi terroristici. Ortega non è riuscito a far vedere nessun mercenario straniero.

D’altronde, in un tentativo di colpo di stato, un qualche settore dell’esercito partecipa di solito al complotto contro il governo in carica. Ma Ortega non denuncia alcun settore golpista nell’esercito, che, stando a tutte le apparenze, sostiene il regime in carica. Quanto meno fino ad oggi.

Una serie di intellettuali di sinistra sconsiglia di denunciare il governo nicaraguense, limitandosi tutt’al più a criticarne gli errori più gravi. Quelli che trovano delle scuse al governo Ortega si rifiutano di analizzare i contenuti di classe della sua politica dal 2007 a oggi. Si guardano bene dal mettere in luce a che punto il FMI, la Banca Mondiale, il grande capitale e le grandi potenze economiche capitaliste, fossero soddisfatte delle misure applicate da Ortega. Eppure, quando si tratta di altri governi, quegli stessi intellettuali non hanno esitazione alcuna a denunciare le complicità con le istituzioni finanziarie internazionali, le grandi potenze capitaliste a partire dagli Stati Uniti, e con il grande capitale nazionale internazionale.

Con questo articolo ci proponiamo di spiegare in che cosa la politica di Daniel Ortega e di chi governa con lui, favorisce il grande capitale, le istituzioni come il FMI e le altre istituzioni finanziarie internazionali (IFI) coinvolte (Banca mondiale, Banca interamericana di sviluppo – BID, ecc). Vedremo così in quale modo questa politica aggrava il sistema debito e il modello estrattivo-esportatore fondato sullo sfruttamento dei piccoli produttori siano essi operai, artigiani o contadini, e sulla perdita di sovranità sulle ricchezze naturali e su una parte del territorio.

Senza dimenticare che il governo di Daniel Ortega ha operato il peggiore arretramento in materia di penalizzazione dell’aborto.

In un articolo successivo ricostruiremo la cronologia del movimento di protesta iniziato il 28 aprile 2018 e vedremo che in 6 mesi la repressione sistematica da parte del governo Ortega ha raggiunto proporzioni drammatiche.

E spiegheremo anche perché la politica governativa, che sembrava dare risultati economici positivi in termini di crescita, sia entrata in crisi prima degli eventi dell’aprile 2018.

Il modello applicato da Daniel Ortega prima di fare ricorso alla repressione di massa

Il governo Ortega, in 11 anni, non ha realizzato alcuna riforma strutturale pur disponendo di una solida maggioranza in parlamento: nessuna socializzazione delle banche, nessuna riforma agraria rispetto alla forte concentrazione delle terre a vantaggio dei grandi proprietari, nessuna riforma urbanistica a favore degli strati popolari, nessuna riforma fiscale per una maggiore giustizia sociale, ma estensione del regime delle zone franche (vi lavorano oltre 100.000 salariati in condizioni di grande sfruttamento) , prosecuzione dell’indebitamento pubblico interno ed estero a vantaggio dei creditori grazie agli interessi percepiti e al potere ricattatorio che detengono in quanto prestatori per far applicare politiche a loro favorevoli, continua repressione contro le donne che ricorrono all’aborto, adozione di un discorso religioso fondamentalista e oscurantista…

Il Nicaragua continua ad esser un paese caratterizzato da salari molto bassi. L’agenzia ufficiale di promozione del paese presso gli investitori ProNicaragua, si compiace , sul suo sito, del fatto che il salario minimo sia “il più competitivo su scala regionale, il che rende il Nicaragua un paese ideale per attività ad alta intensità di manodopera3. La precarietà del lavoro si è fortemente aggravata, tant’è che l’economia informale, che rappresentava il 60% dell’occupazione nel 2009, è salita in percentuale all’80% nel 2017.

Nonostante la situazione economica particolarmente favorevole, non si sono avuti progressi riguardo alla diminuzione delle disuguaglianze sociali mentre è aumentato il numero dei plurimilionari. Il che significa chiaramente che la crescita delle ricchezze prodotte durante quegli 11 anni non è stata redistribuita a favore dei ceti popolari perché il grande capitale nazionale e internazionale si è appropriato della maggior parte di essa. Di più: l’entourage di Daniel Ortega, e in particolare i membri della sua famiglia, si sono arricchiti.

2007 – 2016 : il governo di Daniel Ortega ha tratto vantaggio da una congiuntura internazionale favorevole

Con il suo ritorno alla presidenza del paese nel 2007 fino al 2016, Daniel Ortega ha tratto vantaggio da una congiuntura economica favorevole, che si è manifestata anche in un tasso di crescita annuo del PIL del 4%.

Ciò gli ha permesso di far coincidere due tipi di politiche: il consolidamento dell’intesa con il grande capitale internazionale e nazionale da un lato e, dall’altro, lo sviluppo e il mantenimento di certi programmi “sociali” “assistenzialisti” che portano al Governo Ortega un certo sostegno popolare.

La congiuntura economica favoriva questo tipo di politica di Ortega perché:

  1. Permanevano ad alti livelli i prezzi delle materie prime esportate dal Nicaragua;
  2. Gli investimenti stranieri erano consistenti visti i regali offerti dal Governo,
  3. Era rilevante l’ ammontare delle rimesse degli emigranti del Nicaragua

residenti all’estero, a favore delle loro famiglie rimaste nel paese; e

  1. I tassi d’interesse per il rifinanziamento del debito erano storicamente bassi sul piano internazionale.

A ciò si aggiungevano altri due fattori favorevoli:

  1. un notevole sostegno finanziario e commerciale del governo venezuelano (circa $ 500 milioni l’anno) da cui ha tratto vantaggio il settore capitalista esportatore in particolare delle carni verso il Venezuela, e
  2. il mantenimento di ottimi rapporti con il FMI con l’impegno assunto dal governo Ortega a proseguire la realizzazione di riforme strutturali neoliberiste e a mantenere una dura disciplina di bilancio (vale a dire una compressione delle spese pubbliche)4.

Tutto ciò era formulato nella neolingua5 del FMI e della Banca Mondiale: le riforme strutturali neoliberiste venivano realizzate in nome della lotta per la riduzione della povertà. Nel linguaggio del governo Ortega si chiama “Nicaragua cristiano, socialista e solidale”.

I programmi sociali sviluppati durante la presidenza di Ortega si chiamano: Hambre Cero (fame zero), Plan Techo (installazione di tetti di zinco resistenti alle piogge tropicali), Usura Cero (usura zero, microcredito), Merienda Escolar (mense scolastiche), Bono Productivo (crediti concessi soprattutto alle donne povere, in ambiente rurale), Bono Solidario (programma di integrazione salariale), Casas para el Pueblo (Case popolari) 6.

Da notare che questi programmi sono largamente compatibili con le politiche sostenute dal FMI e dalla Banca Mondiale. In un certo modo, ne fanno parte. Nella misura in cui il governo di un paese estende l’apertura economica agli investimenti stranieri, facilita la flessibilità del mercato del lavoro (vale a dire i licenziamenti e la precarizzazione dei contratti di lavoro), stipula trattati di libero scambio, aumenta le privatizzazioni di aziende e di servizi pubblici …. può e deve sviluppare, secondo il FMI e la Banca Mondiale, misure di accompagnamento e di sostegno ai più poveri7. E per questo si congratulano, insistendo anche sul fatto “di impegnare i poveri a risolvere i problemi che li colpiscono” (« actively involving the poor in solving the problems affecting them »), e i governi fanno loro eco. Un discorso che conosciamo bene, che si applica tanto al Nord che al Sud del pianeta. I governi devono aiutare io poveri a trovare soluzioni ai “loro” problemi. Bisogna aiutare i disoccupati a trovare lavoro “attivandoli”. Le sole soluzioni strutturali proposte consistono nell’aumento della flessibilità del lavoratore e la formazione di base della persona senza lavoro. Le cause strutturali della povertà e della disoccupazione non sono mai affrontate realmente perché ciò comporterebbe un contraddizione totale con quello che motiva l’intervento di istituzioni come la Banca Mondiale e il FMI. Bisogna aiutare i poveri a farsi carico di loro stessi erogando aiuti mirati e spesso condizionati, facili da utilizzare in modo clientelare (il povero riceve un aiuto se sostiene un partito al potere o il governo in carica).

La legittimazione del debito pubblico e l’attuazione di politiche di bilancio conformi ai dettami del FMI

Quando nel 2007 Daniel Ortega ha assunto la presidenza con il 38% dei voti8, il programma allora in atto tra governo di destra e FMI era in scadenza. Inoltre, nel 2006-2007, il Nicaragua ha tratto beneficio da un forte riduzione del debito da parte dei creditori multilaterali nel quadro delle iniziative per i paesi poveri molto indebitati (PPMI). In concreto, nel 2006 il FMI ha annullato 206 milioni di debiti. Pure la Banca Mondiale e la Banca interamericana di sviluppo (BIS) hanno proceduto nello stesso modo nel 2007 con l’annullamento di debiti nicaraguensi nel primo anno di mandato di Daniel Ortega.

E’ in questo particolare contesto che Ortega ha voluto convincere il FMI a realizzare un nuovo programma mentre l’istituzione di Washington non ne ravvisava la necessità, considerando sostenibile il debito del Nicaragua. Ortega ha insistito per un nuovo programma che a suo dire avrebbe rassicurato gli investitori stranieri che voleva attrarre nel paese.

Il FMI alla fine ha accettato, pretendendo però come contropartita che il governo nicaraguense rafforzasse le misure neoliberiste che erano in corso da 17 anni (1990-2007) e applicasse un’austerità di bilancio al fine di ottenere un surplus primario. Concretamente, il FMI ha prestato al Nicaragua tra il 2007 e il 2011, circa 120 milioni di dollari, e cioè 78 milioni di Diritti di prelievo speciali – DTS, (per sapere che cosa sono i DTS, leggere : https://www.imf.org/fr/About/Factsheets/Sheets/2016/08/01/14/51/Special-Drawing-Right-SDR e per vedere l’evoluzione tra DTS e dollaro US v. http://www.imf.org/external/np/fin/data/rms_sdrv.aspx . Grosso modo il valore del DTS oscilla intorno a 1,5 dollari US). In termini di rimborso, il Nicaragua ha versato al FMI circa 145 milioni di dollari tra il 2011 e il 2018 (si veda la tabella in DTS dei versamenti del FMI e dei rimborsi effettuati dal Nicaragua : http://www.imf.org/external/np/fin/tad/extrans1.aspx?memberKey1=720&endDate=2099%2D12%2D31&finposition_flag=YES ).

Inoltre, nel 2009 il FMI ha prestato al governo del Nicaragua una forte somma per far fronte alla recessione economica internazionale provocata dalla grande crisi bancaria nata negli Stati Uniti nel 2007-2008. Il che dimostra a quale punto il governo del Nicaragua sia stato sostenuto dal FMI fino a tutto il 2018.

Va notato che in futuro il Nicaragua dovrà ancora rimborsare una parte del capitale e degli interessi. Nel primo trimestre 2008, il debito del Nicaragua nei confronti del FMI ammontava a 207 milioni di dollari.

Conclusioni

1. Pur potendo evitare nuovi debiti con il FMI, dato che il precedente programma era concluso e il FMI aveva annullato 206 milioni del debito, il governo Ortega ho voluto comunque stipulare un nuovo accordo. E’ la chiara dimostrazione che Ortega era disponibile ad attuare le politiche neoliberiste raccomandate dallo stesso FMI a servizio del grande capitale e delle grandi potenze, primi fra tutti gli Stati Uniti e l’Unione europea. A partire dal 2007, con il nuovo programma, il risultato politico ottenuto dal FMI a spese del popolo nicaraguense è importante per una ragione di fondo: esso può dettare le politiche favorevoli al grande capitale privato e agli interessi dei paesi che guidano lo stesso FMI. Da parte sua, un governo che stipula un accordo con il FMI, ottiene un finanziamento e può addossare al FMI la responsabilità delle misure impopolari che adotta 9.

2. Daniel Ortega e il suo governo non hanno voluto seguire la strada che in quello stesso periodo percorreva il governo di Rafael Correa, eletto anche lui a fine 2006 e il cui mandato iniziava contemporaneamente a quello di Ortega.

Correa e il suo governo hanno istituito una commissione di audit integrale del debito a carico dell’Ecuador. La Commissione era composta per la maggior parte da delegati/e dei movimenti sociali. Sulla base dei lavori consegnati nel settembre 2008, il governo ecuadoregno ha sospeso il pagamento di una parte del debito identificato come illegale e illegittimo e grazie a ciò ha ottenuto

una vittoria nei confronti dei creditori riducendo il debito in misura notevole10. Fin dagli ultimi mesi del 2006, e poco prima dell’inizio del mandato di Daniel Ortega, Adolfo Acevedo Vogl ha dichiarato esplicitamente che accettare le pretese del FMI avrebbe avuto conseguenze nefaste perché il governo sarebbe stato obbligato a liberare in modo permanente un surplus primario di bilancio per poter rimborsare il debito. Sarebbero risultati più difficili i necessari aumenti salariali e i vincoli di bilancio avrebbero reso impossibile lincremento della spesa sociale . Il FMI pretendeva pure tagli di bilancio nell’insegnamento universitario, e lo stesso per i bilanci dei Comuni che venivano così a perdere gran parte della loro autonomia11.

Si andava alla demolizione del sistema di sicurezza sociale. Difatti, fin dall’inizio, il FMI non ha smesso di pretendere l’attuazione di una contro-riforma della sicurezza sociale e soprattutto del sistema pensionistico. Quando si è cominciato a mettere in pratica questa politica voluta dal FMI in Nicaragua è scattata la rivolta sociale, dal 18 aprile 2018 . Non è un incidente di percorso, non si tratta di una singola decisione sbagliata del governo di Daniel Ortega. Si tratta del peggioramento della politica messa in pratica dal 2007 dal governo stesso.

Il governo di Daniel Ortega ha aumentato il numero dei trattati di libero scambio

Il trattato di libero scambio con gli Stati Uniti è stato concluso nel 2005. Il gruppo parlamentare del FSLN, allora all’opposizione, ha votato contro la sua ratifica nell’ottobre 2005, tuttavia molti sandinisti dissidenti come Monica Baltodano, hanno accusato il FSLN diretto da Ortega di aver messo comunque all’ordine del giorno dell’Assemblea nazionale la ratifica del trattato.

In effetti, René Nuñes Telléz, deputato del FSLN, era allora Presidente dell’Assemblea nazionale e aveva il potere di decidere l’ordine del giorno della stessa. Monica Baltodano rimprovera pure a Daniel Ortega d’aver poi votato a favore della legge consentendo la sua entrata in vigore. Il 1° novembre 2006 ella scriveva :  http://www.rebelion.org/noticia.php?id=40447  “Peggio ancora, le leggi che hanno reso possibile l’entrata in vigore del CAFTA avrebbero potuto essere approvate solo con i voti dei 36 deputati del FSLN, visto che quelli liberali del PKLC di Aleman (in conflitto con il presidente Bolaños) erano contrari.” Dal canto suo, Bernard Duterme scrive: “ (Alla vigilia delle elezioni del 2006,) Daniel Ortega moltiplica ancora i gesti di buona volontà verso il grande padronato nicaraguense, il Fondo Monetario Internazionale e gli Stati Uniti, allo scopo di rassicurarli sul carattere “ragionevole” delle sue politiche future e garantendo loro – al contrario dei pronunciamenti pubblici delle organizzazioni e dei sindacati sandinisti – il rispetto degli impegni presi dai suoi predecessori, soprattutto in materia di liberalizzazione dei mercati” (Bernard Duterme, Toujours sandiniste, le Nicaragua? – – CETRI, Centre Tricontinental, 2017, https://www.cetri.be/Toujours-sandiniste-le-Nicaragua-4475.

Una volta al potere a partire dal 2007, il governo di Daniel Ortega non ha fatto nulla per abrogare quell’accordo di libero scambio con la superpotenza statunitense. Un’altra svolta nell’orientamento del FSLN che, in precedenza, aveva accusato il governo del presidente Enrique Bolaños dei assoggettare il Nicaragua agli interessi economici di Washington. Altri trattati di libero scambio sono poi stati approvati con l’appoggio del FSLN: un trattato con Taiwan (entrato in vigore nel 2008, uno riguardante l’America Centrale con il Messico (2011) e un altro tra l’America centrale e l’Unione europea (2012).

Daniel Ortega ha ampliato l’apertura del Nicaragua agli interessi delle società straniere

Nel campo dell’agribusiness, dell’industria mineraria, , della pesca, il governo Ortega ha potenziato lo sfruttamento delle risorse naturali del paese da parte del grande capitale transnazionale nel solco dei suoi predecessori (vedi l’articolo  http://www.cadtm.org/Nicaragua-L-evolution-du-regime-du-president-Daniel-Ortega-depuis-2007). Nell’agosto 2018 ha accordato una nuova concessione mineraria all’impresa B2Gold con sede in Canada. Già attiva in Nicaragua, la B2Gold (http://www.b2gold.com/projects/nicaragua/ ) si è vista assegnare una nuova concessione per l’estrazione dell’oro, su un’area di 18 000 ettari, con ripercussioni sulle condizioni di vita di una decina di comunità12.

Sotto la presidenza Ortega la privatizzazione del settore energetico, e quindi delle risorse naturali nicaraguegne, è andata crescendo, a vantaggio delle multinazionali e in particolare di quelle in cui Ortega investe.

Il Canale interoceanico

Questo progetto, vecchio di due secoli, ma soprattutto riproposto dalla fine del 19° secolo, è stato riattivato dal governo Ortega. Il 14 giugno 2013 l’Assemblea Nazionale ha approvato con 61 voti favorevoli e 28 contrari una legge che assegna una concessione di durata rinnovabile di 50 anni al consorzio cinese HKDN Nicaragua Canal Development. Senza dubbio alcuno l’infrastruttura più gigantesca prevista in questi ultimi anni nell’America Centrale.

In rosso, il progetto del tracciato del canale interoceanico.

Questo megaprogetto accompagnava altri progetti precedenti come il Plan Puebla Panama, ribattezzato oggi Plan Mesoamérica, per attrezzare la regione a meglio corrispondere agli accordi di partenariato economico con gli Stati Uniti o con l’Unione Europea13. Ne emerge che almeno quindici imprese – con sede a Pechino, Hong Kong, Olanda e alle Isole Cayman, si sono associate nel progetto di costruzione del canale.

Progetto poi abbandonato nel 2017. La spiegazione ufficiale dice che l’imprenditore privato cinese che aveva ottenuto la concessione per un secolo e che aveva promesso di investire 50 miliardi di dollari è fallito. Ma è plausibile una spiegazione complementare o alternativa. Le autorità cinesi hanno utilizzato la prospettiva della costruzione del canale interoceanico del Nicaragua come strumento di ricatto sulle autorità del Panama per ottenere delle concessioni14. E hanno raggiunto il loro scopo: Il Panama ha accettato le condizioni dei cinesi che a quel punto hanno potuto ritirare l’appoggio (non ufficiale) all’impresa privata di Hong Kong HKDN – Nicaragua Canal Development.

Anche se il megaprogetto è stato abbandonato per la defezione dei cinesi, ve ne sono altri connessi (soprattutto di coltivazioni intensive, di insediamenti turistici e una formidabile speculazione fondiaria) che minacciano i produttori e le comunità che vivono ai bordi del tracciato del canale. Il danno è fatto. La speculazione fondiaria si è molto sviluppata, aggredendo in vari modi i diritti e le condizioni di vita delle popolazioni interessate che sono in gran parte “native” e vivono della terra e dell’acqua.

Le reazioni precedenti all’abbandono del progetto

L’11 agosto 2013, Monica Lopez Baltodano, figlia dell’ex-comandante guerrigliera Monica Baltodano e di Julio Lopez Campos (ex dirigente sandinista), avvocatessa, ha annunciato la presentazione di un ricorso per incostituzionalità della concessione del canale interoceanico del Nicaragua. Un’iniziativa collegata direttamente ai movimenti di protesta contro il megaprogetto. L’ha presentato così: “Cari cittadini del Nicaragua, mi chiamo Mónica López Baltodano, ho 29 anni, sono avvocato e notaio, con un Master in studi politici ed esperta di cambiamento climatico. Ho studiato nel dettaglio ciascuno degli strumenti giuridici noti sulla concessione del canale interoceanico da parte del Nicaragua e su queste basi, il 12 luglio (alle ore 11) ho presentato in qualità di cittadina un ricorso per incostituzionalità contro il Presidente della Repubblica Daniel Ortega Saavedra, e contro l’Assemblea nazionale, per aver approvato la legge 840 e l’accordo-quadro relativo alla concessione del canale. Il ricorso non si riferisce soltanto alla legge 840 (e ai suoi 25 articoli) ma esamina in dettaglio anche le clausole contenute nelle 120 pagine di normative della convenzione-quadro per la concessione, e i relativi allegati, Un ricorso completo per quanto riguarda l’analisi giuridica. E’ composto da 103 pagine nelle quali espongo in dettaglio le violazioni di più di 40 articoli della Costituzione e, in modo particolare analizzo le illegalità riguardanti l’amministrazione delle risorse naturali, che costituiscono un patrimonio nazionale, e la gestione dell’ambiente.”

Ha poi così riassunto le motivazioni del ricorso:

1. La concessione del canale deve essere esaminata alla luce dell’accordo-quadro. Nel ricorso noi sosteniamo che queste clausole non sono conformi alla legge della Repubblica, benchè la legge 840 si richiami ben 56 volte ad essa. Inoltre, l’accordo è stato sottoscritto da funzionari pubblici non titolari di potere legislativo, in modo che restino degli sconosciuti per i cittadini e per la pubblica amministrazione del Nicaragua.

  1. L’Accordo-quadro richiede una riforma costituzionale da attuare entro 18 mesi per renderne legittime le disposizioni, per adattare così la nostra Magna Carta agli interessi economici del grande capitale.
  2. E’ previsto che tutti i documenti in inglese o ignoti al pubblico (come l’atto di cooperazione, il patto parasociale o gli statuti di HKND) siano parte integrante della concessione del canale. Li contesto esplicitamente perché sono incostituzionali.
  3. In base alla Costituzione, alla legislazione e alla giurisprudenza, questa legge deve essere dichiarata incostituzionale perché è stata approvata senza la necessaria consultazione dei sindacati, delle associazioni, dei collettivi o organizzazioni popolari. Solo 10 persone delle associazioni professionali AMCHAM e COSEP sono state consultate. Ulteriore discriminazione: nessuna donna è stata consultata.”15

Nel 2014, l’economista Adolfo Acevedo Vogl ha dichiarato alla stampa: “ Si potrebbe chiedersi perché l’accordo di concessione stipulato con HKND, prevedesse un meccanismo di esproprio accelerato, senza possibilità di ricorso, un metodo di valutazione dei terreni per l’indennizzo in funzione del valore catastale, e che cosa succederà sulle grandi superfici di terre nicaraguensi trasferite al concessionario.16

In effetti, nel caso HKND cinese : “le compensazioni concesse non erano solo minuscole, totalmente inadeguate a consentire alle persone espulse di mantenere un livello di vita simile a quello che avevano in precedenza, con la sicurezza di poter utilizzare i loro appezzamento di terreno per sopravvivere. Le informazioni disponibili dicono che, spesso, solo una piccola parte dei fondi destinati agli indennizzi è arrivata nelle mani delle persone espulse.

E conclude: “I milioni di ettari così ottenuti sono poi stati venduti a promotori immobiliari, a prezzi fino a cento volte superiori a quelli versati a titolo di compensazione.”

Rischi ambientali

Sul giornale nicaraguegno El Confidencial, Salvador Montenegro ha scrittol’8 giugno 2016: “ La società Environmental Resources Management (ERM), sotto contratto con il concessionario cinese HKND, ha predisposto uno studio di impatto ambientale e socialehttp://hknd-group.com/ ) del canale pubblicato nello scorso novembre. »

Dettaglio del progetto di dragaggio necessario alla costruzione del canale

Nei documenti consultabili, possiamo intravvedere il progetto ideato da HKND per quest’opera faraonica, che comprende anche lo scavo di un fossato nei fondali del grande lago Cocibolca, per dragare la foce del fiume Tule fino al fiume La Lajas (a circa 105 km, quasi la stessa distanza tra Léon e Tipitapa) , profondo circa 30 metri e largo da 300 a 500 metri.

Il concessionario dichiara orgogliosamente che “ il progetto comprende i più grandi lavori di movimento terra della storia, perché si dovranno scavare almeno 5000 MM di metri cubi di materiale (pag. 104, Volume 1). In un tale contesto, egli assicura che scaverà circa 750 milioni di metri cubi (circa 18 milioni di camion da miniera della capacità di 40 tonnellate riempiti di rocce, sabbia e fango) dal fondo del lago Cocibolca per permettere il transito delle navi più grandi del mondo, più grandi ancora di quelle che attraversano oggi il canale di Panama.

Oltre alle difficoltà tecniche e gli impatti ambientali che una simile iniziativa oggetto della legge 840 può provocare sui territori di Rivas e dei Caraibi, e che motivano il rifiuto degli abitanti coinvolti, le conseguenze sulla risorsa naturale strategica del Nicaragua, il Grande Lago Cocibolca, giustificano l’esigenza di un esame obiettivo delle previsioni fatte da HKND sull’aspetto che permane tuttora il più critico e il più vulnerabile di tutta l’ingegneria del progetto. Qui faccio riferimento unicamente alla proposta di HKND riguardo alla forma assurda di smaltimento del materiale di scavo dal fondo del lago Cocibolca che ha attirato l’attenzione e l’interesse pubblico sui gravi rischi ambientali, sociali ed economici provocati da una tale previsione di pessima ingegneria, rispetto all’interesse nazionale, per i danni irreversibili provocati.

 

La mobilitazione contro il progetto del canale.

Il movimento contadino NO Canal, organizzato in seno al Consiglio nazionale per la difesa delle terre, dei laghi e della sovranità, è nato dalla reazione dei contadini delle zone che in teoria dovrebbero essere attraversate dal canale. Era stato loro detto che sarebbero stati espropriati delle loro terre e che avrebbero ricevuto un indennizzo equivalente al valore catastale delle stesse. La reazione è diventata più forte all’arrivo in quelle regioni di alcuni cinesi che effettuavano misurazioni, provocando reazioni di collera nelle popolazioni contadine. Queste hanno cominciato ad organizzarsi, e con l’appoggio di organizzazioni come quella di Monica Baltodano (Popol Na) e altri, a studiare nei dettagli le singole clausole dei contratti di concessione. La figlia di Monica Baltodano, avvocatessa, ha assunto la consulenza giuridica del Consiglio nazionale per la difesa delle terre, dei laghi e della sovranità. La principale dirigente di questo movimento è stata fin dall’inizio Francisca Ramirez (Chica) che ha organizzato più di 100 marce per l’abrogazione della legge 440 che consente la concessione.

Francisca Ramirez, dirigente del movimento NO- Canal

Il livello di organizzazione e di presa di coscienza del movimento, che aveva una base prevalentemente contadina e indigena, aumentava e si allargava dalla difesa della propria terra, la cosa più sacra per i contadini, fino alla difesa del lago che per loro è d’importanza essenziale, e per la sovranità del paese.

Prima dei fatti del 2018, decine di migliaia di contadini hanno partecipato a quelle marce ma ogni volta che cercavano di raggiungere Managua, venivano repressi non solo dalla polizia ma anche dall’esercito. Sono stati perseguitati nelle loro terre e nel resistere alla persecuzione e alla repressione hanno rafforzato la coesione del movimento. È stato, prima dell’aprile 2018, il più grande movimento sociale, il più organizzato e coerente, ma anche il bersaglio della più forte repressione.

Il movimento si era dato uno statuto che vietava la ri-elezione delle persone che avevano gestito il coordinamento del Consiglio, e proprio per questo Medardo Mairena, un dirigente importante del movimento, è stato eletto rappresentante principale del movimento e non Dona Chica il cui ruolo di guida del movimento è rimasto intatto.

Medardo Mairena, dirigente del movimento NO Canal

 

La convergenza tra il movimento contro la costruzione del canale e le mobilitazioni dell’aprile 2018.

Allo scoppio delle manifestazioni nelle città, seguite all’indignazione per l’uccisione dei primi studenti nell’aprile 2’018, il movimento contadino-indigeno contro il Canale ha espresso la propria solidarietà e sue delegazioni hanno partecipato alle prime marce nazionali.

Quando il governo che chiesto di riprendere il dialogo con le imprese private grazie alla mediazione della Conferenza episcopale, è stato denunciato a livello nazionale che gli imprenditori non rappresentavano i contestatori e che, ad ogni modo, agli incontri dovevano partecipare i rappresentanti di tutti i settori.

La Conferenza episcopale ha selezionato i rappresentanti dei diversi settori, compreso quello studentesco. Ma esisteva anche una forte pressione in tutto il paese perché Dona Chica fosse inclusa in quota movimento contadino. E’ stato però Medardo ad essere designato per la partecipazione al dialogo in quanto coordinatore del Consiglio.

Quando nel maggio e giugno 2018 il regime ha intensificato la repressione, il popolo di Masaya e di altri centri ha cominciato ad erigere delle barricate. In generale erano costruzioni improvvisate, tortuose, o con barriere che servivano a bloccare o filtrare la circolazione sugli assi stradali o nei quartieri. Il movimento contadino diretto da Medardo, che partecipava al dialogo come pure Dona Chica, confluito poi nell’Articolazione dei Movimenti Sociali – ha deciso di lanciare un appello per la costruzione di barricate nelle principali strade d’accesso ai territori soggetti alla sua influenza. Altre città e paesi hanno seguito l’esempio e il Movimento contadino è diventato così un bastione di questa lotta. Medardo e Dona Chica ne sono diventati i simboli.

Medardo Mairena, dopo il suo arresto per l’accusa di terrorismo

Conclusione

Fin dal suo esordio al governo nel 2007, Daniel Ortega ha attuato una politica di favore degli interessi del grande capitale nazionale ed internazionale. Ha goduto del sostegno del FMI e della Banca Mondiale e altre istituzioni finanziarie internazionali dominate dagli interessi delle grandi potenze imperialiste. Le politiche di assistenza sociale non modificavano in nulla la natura del sistema capitalista, ma in realtà rafforzavano il programma neo-liberista sviluppando nel contempo rapporti clientelari tra i “poveri” e il partito al potere.

Dopo 11 anni di apparenti successi e di stabilità, questo modello è entrato in piena crisi perché la gente dal basso si è messa a protestare contro le nuove leggi antisociali riguardanti i diritti dei pensionati. Iniziata dagli studenti a metà aprile 2018, in sintonia con le rivendicazioni dei pensionati, la protesta si è estesa ad altri settori, e in particolare al movimento di opposizione alla costruzione del canale interoceanico. La violenta repressione del governo di Daniel Ortega ha provocato la reazione di larghi strati della popolazione tanto che il padronato ha preso le distanze dal regime.

Coloro che nella sinistra ancora sostengono il Daniel Ortega al potere, si rifiutano di fare un’analisi di classe della politica attuata in maniera sistematica dal suo governo. Questa sinistra si rifiuta di denunciare le molteplici violazioni dei diritti dell’uomo perpetrate dal brutale regime di Daniel Ortega. E’ fondamentale denunciare la repressione che si scatena contro i movimenti sociali. Ovviamente opponendosi a qualunque ingerenza degli Stati Uniti o di altre potenze straniere nella politica interna del Nicaragua.

Congresso nazionale indigeno – San Cristobal de las Casas, Chiapas (14 ottobre 2018) con Francisca Ramirez alla tribuna, a sinistra nella foto

 

“Marichuy” Maria de Jesus Patricio Martinez (dirigente del Congresso Nazionale Indigeno – CNI – pre-candidata alla presidenza del Messico nel 2018, sostenuta dagli zapatisti del EZLN) e Francisca Ramirez (delegazione dei movimenti sociali nicaraguegni) nell’ottobre 2018 nel Chiapas.

 

Consultare gli altri articoli


1- 
Nicaragua : D’où vient le régime de Daniel Ortega et de Rosario Murillo
2- 
Nicaragua : L’évolution du régime du président Daniel Ortega depuis 2007
3- 
Nicaragua : Poursuite des réflexions sur l’expérience sandiniste des années 1980-1990 afin de comprendre le régime de Daniel Ortega et de Rosario Murillo
4- 
Brève histoire des relations de la Banque mondiale, du FMI et du gouvernement des États-Unis avec le Nicaragua
5- 
Nicaragua : De 2007 à 2018, Daniel Ortega a bénéficié de l’appui du FMI et a poursuivi une politique en faveur du grand capital national et international

* L’autore ringrazia Maurice Lemoine che, il 22 ottobre 2018, gli ha fatto notare un errore commesso nella prima versione di questo articolo con l’affermazione che il gruppo parlamentare del FSLN aveva votato a favore della ratifica del trattato di libero scambio con gli Stati Uniti.

Eric Toussaint è dottore in Scienze Politiche, Università di Liegi e di Parigi VIII, portaparola del CADTM internazionale e membro del Consiglio scientifico di Attac Francia.

E’ autore dei libri:

Le Système Dette. Histoire des dettes souveraines et de leur répudiation,Les liens qui libèrent, 2017 ; 

Bancocratie, ADEN, Bruxelles, 2014 ; 

Procès d’un homme exemplaire, Éditions Al Dante, Marseille, 2013 ; 

Un coup d’œil dans le rétroviseur. L’idéologie néolibérale des origines jusqu’à aujourd’hui, Le Cerisier, Mons, 2010.

Coautore con Damien Millet dei libri

 AAA, Audit, Annulation, Autre politique, Le Seuil, Paris, 2012 ; 

La dette ou la vie, Aden/CADTM, Bruxelles, 2011.

Questo libro ha ricevuto il Premio al libro politico, assegnato dalla Fiera del libro politico di Liegi.

Ha coordinato i lavori della Commissione per la Verità sul debito pubblico della Grecia costituita il 4 aprile 2015 dal Presidente del parlamento greco. In seguito allo scioglimento della stessa, annunciato il 12 novembre 2015 dal nuovo presidente del parlamento greco, l’ ex-Commissione ha continuato i sui lavori e si è data uno statuto legale di Associazione senza scopo di lucro.

Note à piè di pagina

1 Nicaragua : Staff Concluding Statement of an IMF Staff Visit, 6 février 2018, http://www.imf.org/en/News/Articles/2018/02/06/ms020618-nicaragua-staff-concluding-statement-of-an-imf-staff-visit (« Economic performance in 2017 was above expectations and the 2018 outlook is favorable. (…) Staff recommends that the INSS reform plan secures its long-term viability and corrects the inequities within the system. Staff welcomes the authorities’ efforts to alleviate INSS’ financing needs (…) »)

2 Maurice Lemoine, « La voix dissonante du Forum de São Paulo » – Mémoire des luttes, pubblicato il 27 luglio 2018

 http://www.medelu.org/La-voix-dissonante-du-Forum-de-Sao http://www.medelu.org/La-voix-dissonante-du-Forum-de-Sao Vedere sul sito ufficiale del Forum de Sao Paulo il testo in spagnolo e la dichiarazione finale  : http://forodesaopaulo.org/declaracion-final-del-xxiv-encuentro-del-foro-de-sao-paulo-15-al-17-de-julio-de-2018/
Il paragrafo sul Nicaragua: “ Rechazamos de forma enérgica la política intervencionista de los Estados Unidos en los asuntos internos de la Nicaragua sandinista, país en el que se está implementando la fórmula que viene siendo aplicada por el imperialismo norteamericano a los países que no responden a sus intereses hegemónicos, causando violencia, destrucción y muerte mediante la manipulación y la acción desestabilizadora de los grupos terroristas de la derecha golpista, que boicotean la búsqueda del diálogo, el cual constituye el mejor camino para superar la actual crisis y alcanzar la paz, lo que es indispensable para la continuación del proceso de transformaciones sociales impulsado por el FSLN desde el gobierno presidido por el Comandante Daniel Ortega y que ha reducido de manera notable la pobreza y la desigualdad social en ese hermano país. »
Traduzione «Respingiamo con tutte le nostre forze la politica interventista degli Stati Uniti negli affari interni del Nicaragua sandinista, paese in cui viene praticato il metodo applicato dall’imperialismo americano ai paesi che non rispondono ai loro interessi egemonici, metodo che provoca la violenza, la distruzione e la morte attraverso la manipolazione e l’azione destabilizzatrice di gruppi terroristici della destra golpista, che boicottano la ricerca del dialogo, che costituisce la strada migliore per superare l’attuale crisi e arrivare alla pace, che è indispensabile per proseguire il processo di trasformazioni sociali promosse dal FSLN a partire dal governo presieduto dal Comandante Daniel Ortega che ha ridotto in maniera significativa la povertà e la disuguaglianza sociale in questo nostro paese.» V. una critica alla posizione del Forum de Sao Paulo: in spagnolo https://correspondenciadeprensa.com/2018/08/20/nicaragua-la-canallada-del-foro-de-san-pablo/  in francese: Ernesto Herrera, «L’infamie nicaraguayenne du Forum de Sao Paulo », Inprecor n° 655/656 de septembre-octobre 2018, pag. da 6 a 8.


3 Vedi Bernard Duterme, « Le président Daniel Ortega dans une impasse. Dérive répressive au Nicaragua », Le Monde diplomatique, ottobre 2018.

4 IMF Press Release : Statement by Anoop Singh, Director of the IMF’s Western Hemisphere Department, in Nicaragua, 20 décembre 2006, http://www.imf.org/en/News/Articles/2015/09/14/01/49/pr06292


5Inventata da George Orwell per il suo romanzo 1984 

6 Riprendo qui l’elenco compilato da Maurice Lemoine che mette l’accento sul carattere positivo dei programmi nell’articolo: Maurice Lemoine, «Le Nicaragua sous dictature… du double standard et du copier-coller» – publicato il 29 novembre 2016 sul sito Mémoire des luttes, http://www.medelu.org/Le-Nicaragua-sous-dictature-du

7 Si veda il genere di misure per la riduzione della povertà contenuto nella Lettera d’Intenti del governo di Daniel Ortega inviata al FMI nell’agosto 2007: “ Il governo ha elaborato un nuovo approccio alle politiche sociali. Esso comprende: (i) fornire dei capitali ai poveri per aiutarli a realizzare il loro potenziale di produttori, andando quindi oltre al precedente approccio che era orientato prevalentemente sull’assistenza; (ii) applicazione di politiche per il libero accesso a, e sussidi diretti per, i principali servizi forniti dal governo ai settori più vulnerabili; (iii)promozione di strumenti finanziari e meccanismi a sostegno dei piccoli produttori nelle aree rurali; (iv) armonizzare la cooperazione estera verso i settori prioritari riducendo la frammentazione dell’aiuto esterno; (v) formulazione di programmi e progetti per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG); (vi) attivo coinvolgimento dei poveri nella soluzione dei loro problemi, in “Nicaragua : Letter of Intent, Memorandum of Financial and Economic Policies, Technical Memorandum of Understanding, August 24, 2007 – 082407.pdf http://www.imf.org/external/np/loi/2007/nic/082407.pdf

8 Va ricordato che Daniel Ortega aveva stretto un patto con il dirigente della destra neoliberista Arnaldo Aleman, che ha portato nel 2000 alla modifica di un articolo della Costituzione del 1955. La modifica consisteva nel permettere al candidato alla presidenza che al primo turno avesse ottenuto il maggior numero di voti al di sopra della soglia del 36%, di essere eletto senza affrontare il ballottaggio, qualora il suo distacco dal secondo candidato fosse di almeno 5 % . Nel 2006, Daniel Ortega ha potuto essere eletto presidente con il 38% dei voti in quanto era in vantaggio del 9% sul candidato successivo che aveva ottenuto il 29% dei voti. In cambio dell’appoggio dato da Aleman alla modifica costituzionale del 2000, questi ha goduto, grazie ad Ortega qualche anno dopo, dell’”amnistia” di una condanna a 20 anni di carcere per corruzione.

9 L’OSCE ha pubblicato un prontuario di istruzioni per i governi che vogliono attuare politiche impopolari, nel quale raccomanda loro di giustificare le loro azioni verso il popolo sostenendo che vi sono costretti dal FMI. L’OSCE aggiunge che il governo può dire che il FMI pretendeva misure ancora più dure e che ha negoziato duramente per addolcirle. E così far ingoiare l’amara pillola dell’austerità. V. Éric Toussaint, « Comment appliquer des politiques antipopulaires d’austérité », http://www.cadtm.org/Comment-appliquer-des-politiques

10 « Équateur : Historique de l’audit de la dette réalisée en 2007-2008. Pourquoi est-ce une victoire ? » (vidéo di 14 minuti)  http://www.cadtm.org/Equateur-Historique-de-l-audit-deEric Toussaint , Benjamin Lemoine, « En Ecuador, de las esperanzas frustradas al éxito. Los ejemplos de Sudáfrica, Brasil, Paraguay y Ecuador. » http://www.cadtm.org/En-Ecuador-de-las-esperanzas]. Daniel Ortega ha scelto un’altra via. Ha rifiutato di rimettere in discussione la legittimità del debito contratto dai governi precedenti, ha rifiutato di associare i movimenti sociali a un audit del debito. Ha assunto un comportamento di complicità con i creditori. Fin dall’inizio, voci critiche si sono levate contro questa politica da parte di settori sociali che chiedevano di abbandonare le politiche neoliberiste e di aumentare i salari nei settori trascurati come la sanità e la scuola, e molti altri.

Tra il 2006 e il 2012 il CADTM ha pubblicato sul suo sito spagnolo molti articoli dell’economista nicaraguegno Adolfo Acevedo Vogl, ex-consigliere del ministro sandinista Henry Ruiz nel decennio 1980, molto legato ai movimenti sociali.

Adolfo Acevedo Vogl, Cuales son les principales exigencias del FMI ?, 21 décembre 2006, http://www.cadtm.org/CUALES-SON-LAS-PRINCIPALES
Adolfo Acevedo Vogl, 7 février 2008, LA APROBACION DEL PRESUPUESTO : UN POSICIONAMIENTO Y UNA PROPUESTA. SE APUNTA USTED A RESPALDARLA ??? 
http://www.cadtm.org/LA-APROBACION-DEL-PRESUPUESTO-UN
Adolfo Acevedo Vogl, Nicaragua : La Carta de Intencion al FMI y la « sobre- recaudacion » fiscal. Una propuesta ciudadana. 20 septembre 2008, 
http://www.cadtm.org/Nicaragua-La-Carta-de-Intencion-al
Adolfo Acevedo Vogl, Nicaragua : el « congelamiento » del salario real de los maestros, 19 novembre 2009, 
http://www.cadtm.org/Nicaragua-el-congelamiento-del
Adolfo Acevedo Vogl, ¿Usted sabe cuál será el impacto en la población de lo acordado por el gobierno nicaragüense con el FMI ?, 10 décembre 2010, 
http://www.cadtm.org/Usted-sabe-cual-sera-el-impacto-en
Adolfo Acevedo Vogl, Nicaragua : ¿Porque es necesario transformar el sistema tributario ?, 1 novembre 2012, 
http://www.cadtm.org/Porque-es-necesario-transformar-el

11  Tutto ciò è spiegato in uno degli articoli citati qui sopra, quello pubblicato il 21 dicembre 2006 : Adolfo Acevedo Vogl, Cuales son les principales exigencias del FMI ?, http://www.cadtm.org/CUALES-SON-LAS-PRINCIPALES

13 Hélène Roux, Adolfo Acevedo, « L’Amérique centrale à l’épreuve perpétuelle de sa géographie », Revue Outre-Terre
2015/2 (N° 43), 
https://www.cairn.info/resume.php?download=1&ID_ARTICLE=OUTE1_043_0393

14 Oscar René Vargas, Les nouvelles « routes de la soie » chinoises, le Panama et l’Amérique latine, http://www.cadtm.org/Les-nouvelles-routes-de-la-soie-chinoises-le-Panama-et-l-Amerique-latine En esp ; China : La “Ruta de la Seda”, Panama y America latina, http://www.cadtm.org/China-La-Ruta-de-la-Seda-Panama-y-America-latina

15 Mónica López Baltodano, Canal Interoceánico : 25 verdades, 40 violaciones a la Constitución, Revista Envío, Enero 2014, http://www.envio.org.ni/articulo/4793

16 Adolfo Acevedo Vogl, « Modelo » chino en confiscación canalera – Nicaragua Hoy, 22 octubre 2014, https://www.nicaraguahoy.info/modelo-chino-en-confiscacion-canalera/

—-

Articolo per la prima volta apparso su: http://www.cadtm.org/Nicaragua-De-2007-a-2018-Daniel-Ortega-a-beneficie-de-l-appui-du-FMI-et-a

Tutti i nostri ringraziamenti vanno a Mariangela Rosolen per la traduzione