Genova: 15 anni dopo le grandi manifestazioni contro il G8 e la sanguinosa repressione scatenata da Berlusconi
di Eric Toussaint – A Genova, la scorsa settimana si celebrava il ricordo delle azioni che hanno segnato il vertice del G8 (USA, Russia, Regno Unito, Germania, Italia, Francia, Giappone, Canada) che si è tenuto qui, esattamente 15 anni fa. Il 19 luglio, il CADTM (Comitato per l’Abolizione dei debiti illegittimi) 1 organizzava, insieme con la Fondazione Palazzo Ducale di Genova, ATTAC, Pax Christi, e il Comitato Piazza Carlo Giuliani, un incontro di un giorno dedicato alla lotta per l’annullamento dei debiti illegittimi. Vi hanno preso parte più di 200 persone provenienti da tutta l’Italia. La partecipazione era particolarmente plurale, sia tra le/i relat/rici/ori (poiché hanno preso la parola un arcivescovo, un vescovo, militanti della sinistra radicale, militanti altermondialisti), che tra i partecipanti, tra i quali si trovavano militanti di estrema sinistra, sindacalisti, attivisti, rappresentanti di ONG del fair trade [commercio equo], ecc..Vedi: http://genova.repubblica.it/cronaca/2016/07/19/foto/padre_zanotelli_dal_g8_alla_laudato_si_-144451520/1/
Ricordiamo che per protestare contro la riunione del G8, tenuta a Genova dal 20 al 22 luglio 2001, si erano radunati più di 300.000 manifestanti provenienti da tutta l’Europa. Berlusconi, capo del governo, aveva trasformato la città in un campo trincerato. C’era divieto di accesso per la maggior parte della città, erano state alzate barriere alte parecchi metri su un perimetro di molti chilometri. Il governo Berlusconi aveva predisposto un vero e proprio dispositivo di guerra civile. Migliaia di carabinieri e poliziotti erano stati preparati psicologicamente e fisicamente ad affrontare i manifestanti in maniera violenta. G.W.Bush alloggiava su una nave da guerra della marina degli Stati Uniti.
Ci sono state manifestazioni per 3 giorni.
Ricordo molto bene la mattina del 20 luglio. Alle 9 del mattino avevamo tenuto una riunione degli organizzatori, tra i quali c’erano Raffaella Bolini dell’ARCI e del Genova Social Forum, Christophe Aguiton, ex segretario generale di ATTAC Francia, Chris Nineham, di Globalize Resistance (Gran Bretagna), Denis Comanne e io stesso per il CADTM, e alcuni altri. Avevamo appena ricevuto da parte delle autorità, all’ultimo minuto, le informazioni riguardanti il dispositivo di polizia e i percorsi autorizzati delle manifestazioni. Guardando il piano del dispositivo, ci siamo detti che era chiaramente destinato a provocare scontri sanguinosi, in particolare perché la manifestazione delle «Tute Bianche» terminava in una vera e propria gabbia. Era impossibile modificare i piani, non essendoci alcun negoziato. Ed effettivamente nel pomeriggio di quel giorno Carlo Giuliani, un giovane manifestante di 23 anni, veniva ucciso dai poliziotti e una veicolo della polizia passava deliberatamente sul suo corpo quando Carlo Giuliani, vittima di due proiettili della polizia, giaceva già al suolo.
L’indomani, 21 luglio, 300.000 manifestanti sfilavano per la protezione dei diritti dei migranti. Le forze di repressione utilizzavano massicciamente i gas lacrimogeni e aggredivano nuovamente a più riprese i manifestanti.
Nella notte dal 22 al 23 luglio, i carabinieri hanno invaso una scuola che serviva da dormitorio a una parte dei manifestanti (vedi l’articolo di Le Monde). Ricordo molto bene quel momento drammatico perché mi trovavo per strada, a 80 metri dalla scuola, vicino al centro dei media del Genoa Social Forum. Ero in compagnia di Walden Bello, un militante filippino che a quell’epoca dirigeva il Focus on the Global South, con base a Bangkok. Abbiamo visto i carabinieri che per almeno mezz’ora impedivano alle ambulanze di avvicinarsi al luogo dove stavano aggredendo decine di attivisti. Abbiamo visto dei barellieri che trasportavano corpi inerti. Abbiamo pensato che quella notte ci sarebbero stati nuovamente dei morti. Fortunatamente non è stato così. Si trattava probabilmente di manifestanti temporaneamente privi di conoscenza. Le aggressioni sono continuate nei giorni seguenti in una caserma nella quale erano detenuti dei manifestanti che sono stati picchiati e obbligati a intonare canti fascisti.
Come scriveva il quotidiano Le Monde nell’aprile 2015, «Si saranno dovuti attendere quattordici anni per ottenere una condanna. Sarà infine quella di un paese. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDH), martedì 7 gennaio, ha condannato l’Italia per non avere mai processato, e nemmeno identificato, gli autori delle violenze poliziesche contro i militanti altermondialisti, in margine al vertice del G8 di Genova nel 2001. Maltrattamenti assimilabili, ad «atti di tortura»secondo la CEDH». Vedi http://www.lemonde.fr/europe/article/2015/04/07/l-italie-condamnee-par-la-cedh-pour-des-violences-policieres-lors-du-g8-de-genes-en-2001_4611183_3214.html
Per queste manifestazioni, erano venute delegazioni da tutta l’Europa. Una grande parte della delegazione greca, nella quale si trovava Alexis Tsipras (27 anni a quell’epoca) non era riuscita a raggiungere Genova, poiché il treno speciale che la trasportava era stato bloccato dalla polizia di Berlusconi. L’attuale leader di Podemos, Pablo Iglesias, che aveva allora 22 anni, faceva parte dell’importante delegazione che veniva dallo Stato spagnolo. Dopo la manifestazione di Genova, il G8 2 ha deciso di riunirsi il più lontano possibile dai luoghi nei quali si potrebbero radunare dei manifestanti.
La manifestazione di Genova faceva parte della fase ascendente del movimento antiglobalizzazione, noto anche come movimento altermondialista. Si può situare approssimativamente nel 1994 l’inizio della fase ascendente, con l’apparizione pubblica del movimento neozapatista in Messico nel gennaio 1994, e la grande manifestazione di Madrid nell’ottobre 1994 contro la Banca Mondiale e il FMI, nel quadro della campagna «50 anni ora basta».3 Si potrebbero considerare altri punti di partenza, come la grande manifestazione di Parigi del luglio 1989 contro il G7, sul tema dell’annullamento dei debiti del Terzo Mondo. Fanno ugualmente parte della fase ascendente: l’incontro «intergalattico» promosso dal movimento neozapatista (EZLN) nel 1996 nel Chiapas in Messico, la mobilitazione di Seattle (USA) del novembre 1999 contro l’OMC/WTO, la grande manifestazione di Bangkok nel febbraio 2000, la grande manifestazione contro la BM e l’FMI nell’aprile 2000 a Washington e nel settembre 2000 a Praga, la prima riunione del Forum sociale mondiale a Porto Alegre nel gennaio 2001,… La fase ascendente ha conosciuto il suo apogeo con le grandi manifestazioni del 2003 contro l’invasione dell’Iraq, che infine è poi avvenuta a partire dal 20 marzo 2003. Queste manifestazioni hanno riunito circa 10 milioni di partecipanti sulla scala del pianeta.4
Il Forum sociale mondiale, il Forum sociale europeo, il Forum sociale dell’America Latina, il Forum sociale africano, il Forum sociale asiatico, hanno iniziato a declinare dal 2005-2006, in particolare quando alcune delle loro componenti hanno moderato fortemente le loro posizioni, compromettendosi a sostegno di governi come il governo Lula in Brasile (a partire dal 2003), il governo del partito del Congresso in India (2004-2009), il governo Prodi in Italia (2006-2008). Il FSM ha avuto delle riprese, una nel 2009 (Belém), le altre nel 2012 (Dakar), 2013 (Tunisi) e 2015 (Tunisi), ma il suo declino è proseguito senza che riuscisse a emergere un’altra struttura. L’assenza di struttura di convergenza mondiale delle resistenze e delle alternative costituisce un problema gravissimo. Per un bilancio di questo periodo, vedi la serie di 5 articoli: Éric Toussaint, « Le contexte international des indignations mondiales » http://www.cadtm.org/Breve-retrospective-des-mouvements ; http://www.cadtm.org/La-crise-mondiale-precede-le ; http://www.cadtm.org/Du-printemps-arabe-a-Occupy-Wall; http://www.cadtm.org/Quelques-traits-communs-des; http://www.cadtm.org/Indignees-et-indignes-du-monde Vedi anche: Éric Toussaint : “Le Forum Social au contact d’une réalité en ébullition produit une réaction chimique positive”, http://www.cadtm.org/Le-Forum-Social-au-contact-d-une, pubblicato il 31 marzo 2013.
Le primavere arabe e i grandi movimenti degli indignati, iniziati nel 2011, non hanno portato alla creazione di una nuova struttura internazionale di lotta, che tuttavia è più necessaria che mai.
Nell’intervento che ho svolto il 19 luglio 2016 a Genova, in occasione della conferenza sull’annullamento dei debiti illegittimi, ho ripercorso brevemente i rifiuti dei debiti che sono stati effettuati nel corso dei due ultimi secoli. Ho peraltro sottolineato, come altri interventi, la tradizione millenaria di annullamento dei debiti privati iniziando dagli annullamenti che si effettuavano periodicamente in Mesopotamia per circa 3000 anni,5 passando per la nascita della democrazia ateniese con Solone, e la tradizione biblica. Ho insistito sull’importanza degli annullamenti dei debiti privati illegittimi, sia dei debiti ipotecari illegittimi, (ricordando che dal 2007 negli Stati Uniti 12 milioni di famiglie sono state espulse dalle loro abitazioni da parte delle banche, e dal 2009 in Spagna più di 300.000 famiglie sono state espulse dalle loro case), sia dei debiti illegittimi degli studenti (in particolare nel Regno Unito e negli Stati Uniti), dei debiti illegittimi dei contadini in India o altrove, dei debiti illegittimi legati all’abuso del microcredito in Marocco e in molti paesi. Ho insistito sull’obbligo di disobbedire ai creditori quando avanzano pretese illegittime e/o incompatibili con la garanzia dei diritti umani. Sono ritornato sulle lezioni della capitolazione del governo di Alexis Tsipras nel luglio 2015, dovuta al suo rifiuto di sospendere il pagamento del debito, il suo rifiuto di basarsi sui risultati dell’auditoria realizzata dalla commissione per la verità sul debito greco, il suo rifiuto di rispettare il risultato del referendum del 5 luglio 2015, che lui stesso aveva indetto. Le lezioni per il futuro: la necessità per qualsiasi governo popolare (o qualsiasi forza di sinistra che aspiri a partecipare a un governo) di resistere ai creditori, di disobbedire alle istituzioni e ai trattati europei, di appoggiarsi sulle mobilitazioni popolari e di rispettare la volontà del popolo.
La necessità per quelle e quelli in basso di mantenere la massima pressione sui governi considerati amici, affinché non capitolino e mettano realmente in atto un autentico programma alternativo.
Traduzione di Gigi Viglino
Articolo per la prima volta apparso su: http://www.cadtm.org/Genes-15-ans-apres-les-grandes
1 I due relatori del CADTM internazionale il 19 luglio, erano Chiara Filoni ed Éric Toussaint. Da notare che ATTAC Italia ha aderito al CADTM internazionale nell’aprile 2016, in occasione dell’assemblea mondiale del CADTM tenuta a Tunisi.
2 Da notare anche che viste le tensioni con la Russia, il G8 si riduce attualmente al G7.L’ultima riunione si è tenuta in Giappone nel maggio 2016. vedi
3 Ricordiamo che il CADTM è nato nel 1990 sulla scia della grande manifestazione di Parigi del 1989 e che ha attivamente sostenuto il movimento neozapatista, recandosi in Messico nel luglio 1994 e organizzando in comune la manifestazione anti BM e anti FMI dell’ottobre 1994 a Madrid.
4 Vedi in particolare https://fr.wikipedia.org/wiki/Manifestations_mondiales_contre_la_guerre_d%27Irak
5 Vedi Éric Toussaint, “La longue tradition des annulations de dettes en Mésopotamie et en Egypte du 3e au 1er millénaire av. J-C”, http://www.cadtm.org/La-longue-tradition– , pubblicato il 24 agosto 2012